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una vista panoramica di Verona la città degli innamorati

INBICI TOP CHALLENGE – LE CITTÀ DEL CIRCUITO 2019: “NON ESISTE MONDO FUOR DALLE MURA DI VERONA…” CON LA GRANFONDO ALÉ LA MERCKX


La celebre frase di Shakespeare è, da sempre, lo slogan della granfondo Alé La Merckx in programma domenica 9 giugno nell’affascinante località scaligera.

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Il cuore della città di Verona si conferma per il quarto anno consecutivo l’anima della granfondo Alé La Merckx in programma domenica 9 giugno 2019.

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La partenza è fissata, come sempre, in una delle “perle” della città scaligera, visitata dai turisti di tutto il mondo: la bella e maestosa Piazza Bra dove, all’ombra dell’Arena e dei palazzi delle storiche Famiglie veronesi, i concorrenti inizieranno la fantastica avventura della Granfondo intitolata al Cannibale.

Per visitare Verona, del resto, è naturale partire proprio dalla centralissima Piazza Bra, che fonde nella solare ed accesa luminosità che l’attraversa, edifici di epoche ed architetture diverse. L’Arena, palazzo Barbieri e la Gran Guardia sono quelli più celebri ed ammirati, ma non da meno sono la Fontana delle Alpi, il Liston con i suoi palazzi nobiliari, le mura viscontee, la statua di Vittorio Emanuele II e la Torre Pentagona.

Arrivando a Verona in auto (A4 uscita Verona Sud o Verona Nord) o con il treno (Stazione FS Verona Porta Nuova), si entra in città ammirando la facciata in pietra bianca di Porta Nuova, capolavoro dell’architettura militare cinquecentesca. Segue un largo viale alberato al termine del quale, oltrepassati i Portoni della Bra e l’adiacente Torre Pentagona, si accede alla piazza e al cuore pulsante dell’urbe. Iniziamo la visita accarezzando il monumento equestre di Vittorio Emanuele II, realizzato dalla cittadinanza nel 1883 per onorare il sovrano che fu artefice dell’unità d’Italia, nel quinto anniversario della morte. Dietro di esso, nel mezzo dei secolari abeti che ornano il giardino centrale, c’è la Fontana delle Alpi, che dal 1975 ricorda il gemellaggio tra la città scaligera e Monaco di Baviera. I veronesi con affetto la chiamano “struca limoni” per quella sua forma singolare che ricorda uno spremi agrumi e amano festeggiare le grandi imprese sportive con un bagno nelle sue acque. Di fronte c’è Palazzo Barbieri, sede dell’amministrazione comunale. E’ un imponente edificio in stile neoclassico che fu realizzato tra il 1836 ed il 1848; ispirato alle forme degli antichi templi romani, si presenta con una maestosità che lascia sconcertati, offrendo una visione globale di tutta la facciata. La parte centrale è costituita da un pronao corinzio sporgente a cui si accede per un’ampia gradinata, sovrastato da un grande frontone triangolare in cui è inserito lo stemma della città. A destra vediamo parte della cerchia di mura fatte edificare da Gian Galeazzo Visconti alla fine del XIV secolo, durante il periodo della dominazione lombarda. Poco oltre si erge la Gran Guardia, un monumentale palazzo che pare quasi voler gareggiare con la gran mole dell’Arena. Disposto su due piani e un attico, ha una lunghezza di quasi novanta metri con tredici arcate in robusto bugnato rustico che sostengono il piano nobile. Questo si eleva su un architrave a metope e triglifi, finemente ritmato da grandi finestre rettangolari separate da semicolonne doriche binate, inquadrate in un’alternanza armonica di timpani triangolari e curvilinei. Sopra a tutto il piano attico, che pare una sorta di corona posta sul capo d’un Re.

Sul lato nord-ovest della piazza c’è il Liston, un ampio marciapiede in pietra rosa lastricato nel settecento, che segue l’andamento curvilineo della piazza, su cui si affacciano palazzi nobiliari che ospitano bar, pizzerie e ristoranti, sempre affollati da turisti di passaggio e veronesi intenti a far salotto. Al civico 26 c’è lo splendido palazzo Ottolini, di gusto sanmicheliano, subito seguito dal quattrocentesco palazzo Guglienzi nella cui facciata è presente una “Madonna con Bambino” realizzata dal Morone. Al numero 18 c’è il palazzo Righetti, su cui è presente un affresco attribuito al Caroto. Di fianco spicca il cinquecentesco Palazzo Malfatti Honorij, progettato dall’architetto veronese Michele Sanmicheli che riprese con le sue arcate in bugnato le poderose fattezze monumentali dell’anfiteatro Arena. La sua facciata è un mirabile esempio di prospettiva che allude alla classicità con il porticato a bozze marcate e l’inserimento di teste nelle chiavi di volta, mentre il piano nobile, che si articola in ariosi poggioli ed eleganti finestre, ne amplifica ulteriormente la grandezza. Al civico 10 c’è Casa Faccioli, un palazzo neoclassico con colonne ioniche che si alternano a finestre timpanate. Su tutto domina L’Arena, il monumento che più di ogni altro ricorda le origini romane della città e suo simbolo in tutto il mondo. Un grandioso anfiteatro, il terzo per grandezza fra quelli a noi giunti ed il meglio conservato, nonostante nel 1183 un terremoto abbia distrutto il triplice ordine di arcate sovrapposte che lo circondavano interamente e di cui oggi rimane solo uno scorcio, formato da quattro campate.

Eretta nel primo secolo d.C. con il marmo estratto da cave della provincia, è un’ellisse larga centodieci metri e lunga centoquaranta, realizzata con un’ininterrotta sequenza formata da 72 doppie arcate in pietra. In epoca romana accolse combattimenti di gladiatori e nei secoli fu utilizzata per spettacoli di ogni genere: tornei, giostre, duelli, circhi e corride. Dall’estate del 1913 ospita la più grande stagione lirica all’aperto del mondo. La piazza offre il meglio di sé durante il periodo natalizio, quando accoglie un’enorme stella cometa in acciaio che esce dall’Arena e in occasione dei festeggiamenti per Santa Lucia, quando arrivano le bancarelle cariche di dolci, giocattoli e prodotti dell’artigianato.

a cura della redazione iNBiCi magazine

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