La nazionale francese era una delle grandi favorite della vigilia: Thibaut Pinot, Romain Bardet e Julian Alaphilippe formavano un tiro che tante altre squadre avrebbero voluto avere su un percorso duro e selettivo come quello di Innsbruck. Giunto secondo al traguardo, Bardet non ha recriminazioni di fare: “Tutti noi sappiamo quanto sia forte Valverde, è stato il più bravo e il più veloce.”
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Sul muro finale – prosegue Bardet – Pinot ha fatto un bel ritmo, e quando mi sono ritrovato davanti io sapevo di non essere al limite. In quel momento, però, Alaphilippe si è staccato, e così sono rimasto alla ruota di Valverde. Forse il finale poteva essere gestito diversamente, ma è facile parlare dopo la corsa. Quando sei lì pensi solo a rimanere insieme agli altri”.
Bardet, comunque, è sicuro che “correre senza radioline, come al mondiale, è la cosa più bella del mondo. Non sai mai cosa succede durante la corsa, per saperlo devi stare sempre nel vivo dell’azione: in questo modo possiamo correre anche seguendo il nostro istinto”.
A cura di Carlo Gugliotta, inviato a Innsbruck per InBici Magazine