Si è svolta questa mattina l’inaugurazione della stele intitolata al grande campione bergamasco e installata lungo la ciclabile della Val Brembana, davanti alla ex stazione ferroviaria di Sombreno. Alla presenza della figlia Norma, del presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli e di numerose personalità del ciclismo e di numerosi tifosi, una cerimonia semplice ma intensa nel ricordo di Felice Gimondi e della sua volontà di investire su strutture aperte al pubblico e nella piena sicurezza di chi pedala.
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Nonostante fosse cresciuto con l’agonismo nelle vene, Felice Gimondi ha sempre creduto nella bicicletta non solo come oggetto sportivo, ma anche come strumento di mobilità in sicurezza per tutte le fasce d’età, per adulti ma soprattutto per i più piccoli: è sempre stato consapevole di quanto fosse importante pedalare lontano da traffico con il minimo dei rischi.
Nel solco tracciato dal grande campione bergamasco, la pista ciclabile della Val Brembana da questa mattina ha un elemento in più per ricordare questo principio: alla presenza di autorità e di un folto gruppo di tifosi e amici di Felice, è stata svelata la stele intitolata al ciclista bergamasco scomparso nell’agosto 2019 e collocata davanti alla ex stazione ferroviaria di Sombreno, nel comune di Paladina.
«L’intitolazione di questo tratto della pista a Felice Gimondi è una idea nata due anni fa e che oggi vede un atto concreto con l’installazione di questa foto ricordo di un campione nato e cresciuto su queste strade – ha commentato Gianfranco Gafforelli, presidente della Provincia di Bergamo – la ciclabile rappresenta il risultato di un lavoro di squadra tra più enti e interlocutori nel progetto di recupero e valorizzazione del nostro territorio».
La stele riporta la foto di Gimondi durante il Giro d’Italia del 1976: Felice indossa la maglia rosa che porterà fino al traguardo finale.
«Sono cresciuto nel mito di Felice Gimondi: nella mia infanzia avevo un solo idolo, ed era lui, un riferimento per intere generazioni di ciclisti» ha aggiunto Davide Cassani, CT della nazionale che dopo la cerimonia si è recato a San Pellegrino per un sopralluogo dell’arrivo del Giro d’Italia Giovani Under 23 che giungerà nella località termale martedì 8 giugno.
Il momento più emozionante si è toccato con le parole di Norma Gimondi: «Ringrazio le autorità che hanno consentito questa installazione e credo che fra tutti i riconoscimenti che mio padre abbia mai ricevuto, questo lo avrebbe particolarmente apprezzato, forse più di altri premi – ha sottolineato con voce rotta dall’emozione la primogenita di Felice – perché già 30 anni fa papà lottava per avere una pista ciclabile dove far pedalare in sicurezza i giovani ciclisti e tutti gli appassionati». E con la stessa intensità e attenzione Norma Gimondi ha ribadito il valore sociale della ciclabile come un luogo di condivisione, aperto a tutti e fruibile da tutti in modi diversi, richiamando così al rispetto reciproco tra ciclisti e pedoni.
Il primo tratto della ciclovia della Valle Brembana che unisce Sombreno (suo comune di adozione) con Sedrina (paese natale del campione) è da oggi intitolato a Felice Gimondi con la scritta “figlio indomito di questa valle”.
Una vallata che ha prodotto intere generazioni di ciclisti professionisti, come Ivan Gotti, vincitore di due Giri di Italia e tra i promotori dell’iniziativa, a fianco di Promoeventi Sport: «Sono cresciuto ciclisticamente a Paladina e ho precisi ricordi giovanili di estrema ammirazione verso Gimondi, e una volta conclusa la mia carriera si è sviluppato un rapporto di reciproca stima, scoprendo in lui il lato umano oltre quello del campione».
Numerosi gli amici presenti, tra cui Ennio Vanotti, Serse Parsani e Imelda Chiappa, e tra loro anche don Mansueto non ha voluto mancare all’evento: riprendendo le parole di Norma ha ricordato che «il 17 giugno inaugureremo un percorso di ciclismo per bambini nel comune di Almè, e lo chiameremo ‘Tour65’ in ricordo della sua straordinaria vittoria in Francia» ha ricordato il religioso.
Un gruppo di amici, prima ancora che di autorità, colleghi e addetti ai lavori, stretto nel ricordo di Felice e della sua ispirazione a un ciclismo da vivere in sicurezza.
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