Johan Bruyneel è tornato a parlare di doping nel corso di un’intervista rilasciata alla nota testata belga Het Laatste Nieuws. L’ex direttore sportivo di Lance Armstrong alla US Postal, squalificato a vita dal 2018 proprio a causa delle note pratiche dopanti operate in quegli anni, si è soffermato sull’EPO e sull’utilizzo che se ne faceva in gruppo all’inizio del Terzo Millennio, quando lo statunitense dominava i Tour de France in lungo e in largo. Il 58enne ha ribadito un concetto su cui ha sempre insistito: l’uso di sostanze dopanti era una pratica comune a tutti i team e a quasi tutti i corridori in quegli anni.
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Johan Bruyneel è stato molto chiaro: “Non è che Lance Armstrong abbia inventato il doping nel 1999 e che il doping sia scomparso dal gruppo nel 2005. Come corridore, finivi per entrare in quel sistema di doping. Dopo qualche anno da professionista arrivavi alla conclusione che non ce la facevi più a tenere il passo. Scoprivi certe cose che succedevano. E poi dovevi scegliere: continuare a lottare o unirti a quel sistema?“. L’ex dirigente ha ulteriormente rincarato la dose: “I primi venti, trenta, quaranta, cinquanta in classifica al Tour facevano uso di EPO. O forse il novanta per cento del gruppo usava EPO“.
Il belga ha parlato anche di Tom Boonen: “Che garanzia c’è che non si sia dopato. Durante il periodo in cui ha vinto le gare, c’era un certo sistema in corso. Ha vinto tre volte il Giro delle Fiandre e quattro volte la Parigi-Roubaix. Nel 2005 è diventato campione del mondo a Madrid. Era il migliore della sua generazione. Se il secondo, il terzo, il quinto hanno usato il doping, non riesco a immaginare che tu sia il migliore senza doping“.
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