La portacolori svedese della AG Insurance – Soudal Quick-Step è una delle più giovani atlete in gara alla Grande Boucle, ma nonostante la giovane età è già alla sua seconda partecipazione: un anno fa indossò anche la Maglia Bianca di Miglior Giovane alla terzultima tappa, ed ora sta cercando di mettersi in mostra ai traguardi volanti (ha 22 punti nella speciale classifica della Maglia Verde dopo tre tappe) e a disposizione per la capitana Ashleigh Moolman-Pasio. Julia ha un debole per il nostro Paese, e ce lo ha raccontato in una video intervista al termine della terza tappa.
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Ciao Julia, come va il tuo Tour de France Femmes?
“Molto bene, è sempre una grande emozione essere qui. E’ una corsa dura, speciale e sono rimasta scioccata dall’enorme quantità di pubblico che ci viene a vedere sulla strada, alla partenza e all’arrivo. Già lo scorso anno ce n’era tantissimo ma credo che in questa edizione sia aumentato. L’organizzazione è perfetta, ci troviamo molto bene sotto tutti i punti di vista; penso che il livello tecnico sia notevolmente aumentato”.
Siete poche giovani a contendervi la Maglia Bianca, che l’anno scorso hai anche indossato.
“Si, quest’anno siamo circa in venti e credo che sia proprio dovuto all’innalzamento della qualità della corsa in generale, con le cicliste attualmente più forti e con più esperienza al mondo.
Le prime tre tappe sono state durissime e impegnative, anche oggi c’è stata una grande azione fatta da Julie Van de Velde che ha quasi vinto la tappa.
“La sua prestazione mi ha davvero impressionato, Julie ha fatto una fuga importante ed abbiamo lottato tantissimo per andare a riprenderla. I treni delle squadre veloci hanno fatto di tutto pur di finalizzare la tappa con una volata e ci sono riusciti.
Domani vi attende la tappa più lunga, di 177 chilometri: cosa ne pensi riguardo a coprire distanze così importanti in corsa?
“Personalmente mi sto preparando al meglio nel correre tappe così lunghe, o mi alleno anche su percorsi in cui ci vuole fondo. Sono comunque ancora giovanissima e mi ci vogliono almeno due anni per abituarmi a gare lunghe almeno 150 chilometri. E’ una sfida per il ciclismo femminile, normalmente percorriamo tragitti di chilometraggio più basso, ma la ritengo una cosa buona e in qualche gara ci può stare che venga inserita una tappa con una distanza maggiore da affrontare.
Poi andrete ad affrontare il tappone pirenaico il penultimo giorno di corsa, arriverete sul Tourmalet. Come te la cavi sulle grandi salite?
“Sarà una tappa molto più corta, di novanta chilometri ma la difficoltà sarà enorme. Il Tourmalet è una montagna mitica, non ha bisogno di presentazioni, e un terzo della distanza di gara sarà in salita. Sulle lunghe ascese faccio più fatica, preferisco le tappe più vallonate e collinari, con percorsi da classica, su cui do il meglio di me stessa.
Avete in squadra una grande capitana, come Ashleigh Moolman-Pasio. Quanto è importante la sua esperienza per voi?
“Fondamentale. E’ in grande forma attualmente, non so se la Maglia Verde addosso le stia dando ancora più motivazione. Inoltre ci sono anche Romy Kasper e Lotta Henttala che sono anch’esse veterane, con loro impariamo qualcosa ogni giorno e ci è di aiuto per migliorarci giorno dopo giorno, sono orgogliosa di averle come compagne di squadra.
Sei una giovane ciclista svedese che ama l’Italia: sappiamo che vieni spesso qui ad allenarti, quali sono i tuoi percorsi preferiti nel nostro Paese?
“La mia famiglia ha una casa a Bellano, sul Lago di Como. Sono stata lì nelle settimane prima del Tour de France Femmes insieme alla mia amica Nathalie Eklund e abbiamo fatto allenamenti sia in montagna che in pianura. Amo fare il giro completo del lago, che dal Giro Donne è stato fatto in gara nel 2021, ma mi piace molto il Passo San Marco, una salita lunga e dura, non finisce mai. Da lì scendo verso la Bergamasca e risalgo in Valsassina per tornare a casa. Conosco tra gli atleti della zona Filippo Conca, compagno di squadra di un mio connazionale, Tobias Ludvigsson.
Dopo il Tour cosa farai?
“Per il momento guardiamo al recupero che sarà doveroso dopo il Tour e i Mondiali di Glasgow. Potrei fare il Tour of Scandinavia, ma si dovrà valutare la condizione e lo stato di forma dopo un periodo di corse così intenso. In alternativa magari tornerò in Italia per un altro periodo di allenamento in vista della parte finale di stagione”.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata