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KTM ALCHEMIST BY BRENTA: ECCO LE BICI DEL “SUPERTEAM” DELL’OFF ROAD


A livello formale lo statuto è quello di una associazione sportiva dilettantistica come tante altre, ma nei fatti è equiparabile a un vero e proprio team professionistico di ambito Professional;

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il suo calendario corse è strutturato in giro per il mondo, ad ogni rider fornisce almeno tre biciclette a stagione e può contare su uno staff dove quindici persone seguono l’attività del ciclocross e dieci che invece si occupano di mountain bike.

Stiamo parlando del team Ktm Alchemist by Brenta, nel nostro Paese uno dei più attrezzati nell’ambito di squadre che si dedicano alle ruote “artigliate”, e che da anni ha in Ktm il suo fornitore principale.

La parola al manager

Sì, più che di sponsor il manager di questa compagine che ha sede in Valtellina ci tiene a parlare di un valido fornitore che li supporta al meglio per quel che riguarda i materiali:

«La nostra politica a livello di materiali è potere offre ai nostri rider il meglio che ci sia sul mercato, per questo non stiamo troppo a guardare il peso dell’offerta dei marchi che vorrebbero essere nostri sponsor, ma soprattutto la qualità dei prodotti che questi hanno»: Simone Samparisi è il manager del team lombardo, è il fratello maggiore di Nicolas e Lorenzo, due dei top rider della compagine che a fine gennaio di ogni anno cambia volto e passa dal ciclocross alla stagione di mtb, in particolare quella di marathon:

«I nostri rider avrebbero qualità e caratteristiche per fare anche mtb cross country – ci spiega ancora Simone – ma in tutta sincerità preferiamo l’attività di marathon, perché soprattuto a livello nazionale, è lì che si trovano grandi numeri di partecipazione, e quindi è lì che possiamo ottenere la maggiore visibilità».

Dal ciclocross alla mtb e ritorno

Ci viene da pensare a come sia possibile in un fuoristrada che è sempre più specialistico poter passare in pochi giorni da una disciplina prettamente esplosiva e lattacida come il ciclocross a una disciplina di resistenza come è la mtb delle marathon: «Verissimo, in effetti sono solo in tre dei sette componenti del team a fare doppia attività, e per questi mettiamo sempre in programma almeno due mesi di adattamento per passare da una discipline all’altra».

CX 2022: come è andata

La stagione ’21/’22 di ciclocross è stata discreta, il team ha portato a casa diversi podi e posizionamenti nella top ten nelle prove internazionali. Fuori confine l’austrica Nadja Heigl si è diplomata Campionessa Nazionale Elite di specialità.

Ora si guarda alle ruote grasse, con il primo appuntamento che è una gara a tappe in Croazia poi a fine aprile la Bike Marathon a Riva del Garda; e a seguire la Hero Dolomites, la Dolomiti Superbire e ovviamente i campionati mondiali ed europei di mtb sulla lunga istanza.

La terza via gravel

A metà strada tra il ciclocross e la mtb c’è poi una terza via che potrebbe rappresentare un nuovo filone per questo poliedrico team del fuoristrada, quello delle gare gravel: «Le gare gravel? Perché no, se fossero aperte agli élite ci piacerebbe farle».

Tanto più che il loro fornire tecnico principale, Ktm, proprio quest’anno ha aggiornato la sua linea gravel con un telaio tecnicamente valido e versatile come la X-Strada Master, la stessa che InBici via aveva presentato qui.

Nel frattempo, la stagione di ciclocross ormai alle spalle il team lombardo la ha affrontata con la X-Strada della vecchia generazione, un mezzo comunque tecnicamente di livello (qui la nostra prova): «Il telaio da ciclocross con cui abbiamo corso sino a gennaio 2022 è quello collaudato, la X Strada Master che ci ha dato tante soddisfazioni e tante vittorie».

La X-Strada Master nei dettagli

In particolare i telai X-Strada Master sono completati con una trasmissione Sram elettronica di generazione AXS, ruote Alchemist settate con accorgimenti particolari per i vari ridere e completati con coperture Challenge di tipo esclusivamente per tubolare: «Sì, anche nel ciclocross oggi è tecnicamente possibile correre con i tubeless, ma i nostri rider preferiscono i tubolari, semplicemente perché sono sempre stati abituati a fare così. Il tubeless nel ciclocross impone uno stile di guida diverso, cui la maggior parte dei ciclocrossisti attuali non sono abituati. È per questo che credo che nel ciclocross questo standard rimarrà preponderante ancora parecchio».

E probabilmente è così anche per un discorso di peso.

A proposito di peso. La X-Strada Master del team, comprensiva di pedali, ha un peso complessivo da fare invidia a tante road bike di alta gamma: 7.6 chili considerando coperture da 33 mm che sono le più utilizzate dai crossisti: «Se parti da un telaio di fascia alta, oggi, poi non è difficile costruirci attorno un mezzo perfetto andando a scegliere bene cosa vai a montarci».

Il reparto mtb

Passando al reparto mtb il discorso è dello stesso tenore, pur se con le complessità in più, legate ai vari standard e tipologie tecniche che si usano nelle “ruote grasse”. Myroon e Scarp sono i due modelli in gioco, dedicati a chi preferisce rispettivamente le front o le full.

La realtà dei fatti a dire il vero vuole che anche nelle discipline veloci del mountain biking le “rigidine” siano oggi ridotte al lumicino, soprattutto nel cross country.

Front o full?

E nelle marathon? «Anche nelle marathon di oggi la full ti aiuta parecchio, ma in realtà ci sono ancora alcune prove dove la front può darti qualche cosa in più. In Italia, ad esempio, è il caso della “Hero” e forse anche della Dolomiti Superbike. Avere uno sponsor che ci mette a dsispozione tutte le tipologie di mtb in questo senso è un ulteriore grande supporto per noi».

Bilancia alla mano, la Myroon completa ha un peso di 9.2 chili, che salgono a 10.1 se si considera la full Scarp; sono pesi davvero superlativi, se si considera che stiamo parlando di bici settate con un reggisella telescopico e con coperture generalmente da 2.35 pollici.

«Le coperture da mtb ce le fornisce Scchwalbe, la sezione varia da 2.25 a 2.35 pollici. Abbiamo a disposizione tutto il parco modelli di questo marchio che probabilmente è il migliore interprete nel mondo nel settore degli pneumatici da bicicletta».

Immancabili, sulle coperture tubeless-ready da mtb, sono le mousse antiforatura.

Passando alla sospensione, queste sono siglate Fox: su tutte c’è lo zampino della Andreani, che si occupa di preparare le cartucce idrauliche, che poi sul campo di gara vengono tarate dai tre meccanici del team, che si occupano di preparare il giusto set up in base alle preferenze dei singoli rider e dei percorsi da affrontare.

Il mondo strada

E il mondo strada? Per il momento di attività su asfalto ancora non si parla, ma non è escluso che nel futuro posa entrare qualche nuova pedina che posa dedicarsi al mondo “granfondo”.

Quel che è certo è che soprattutto per un discorso di preparazione, il fornitore Ktm da in uso al team il suo più rappresentativo modello da asfalto, quella Revelator Alto che è usata anche dai professionisti e che in questo caso è usata come mezzo per gli allenamenti:

«Forniamo almeno tre bici ad ogni rider, ma considerando quelli che fanno doppia attività e che utilizzano anche la road bike per allenarsi l’equipaggiamento personale può arrivare a cinque bici a testa». Appunto, lo dicevamo, è anche più di quel che accade in un “vero” team professionistico di ambito Professional…

La stagione di mtb 2022 del Ktm Alchemist By Brenta inizierà a fine aprile dalla 4Island, in Croazia, una entusiasmante competizione a tappe dove certamente i ragazzi in maglia bianco/nera saranno sugli scudi. Loro e le loro valide Ktm.

a cura di Maurizio Coccia ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine

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