Fa ancora discutere la pista ciclabile creata in Corso Venezia a Milano. La corsia aperta ai ciclisti sembra essere davvero il simbolo di un’Italia che non vuole fare i conti con la possibilità di una mobilità ciclabile in città, anche in epoca di distanziamento sociale, fattore che dovrebbe favorire gli spostamenti in bicicletta, unico mezzo in grado di far rimanere da soli senza intasare il traffico.
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“Le prime avvisaglie di quanto ci aspetta con il graduale auspicato rientro alla normalità si iniziano purtroppo a vedere. Il Comune di Milano – afferma Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità – ha varato il piano denominato Biciplan. Comunicato in videoconferenza il giorno prima, il giorno dopo, in tutta fretta, si è preoccupato di sfruttare il momento di traffico quasi nullo per darci un saggio della prossima mobilità che ci aspetta. Le attività commerciali milanesi, duramente colpite dal blocco di oltre due mesi, si aspettavano dall’Amministrazione comunale sostegno e aiuto: una vera sospensione di alcune tasse locali, contributi e facilitazioni: dovranno, invece, fare i conti con una nuova ulteriore difficoltà.
E’ un intervento che più invasivo non si può, su una delle arterie principali di accesso alla città, da Sesto San Giovanni attraversando un asse frequentato con un’ampia e importante presenza di attività commerciali da viale Monza a corso Buenos Aires e corso Venezia fino ad arrivare al cuore di Milano, in piazza San Babila dalla quale si accede a corso Matteotti, al Quadrilatero della moda ed alle diverse strutture di parcheggio. Un percorso che rappresenta, a ben vedere, tutte le attività commerciali di Milano: dalla periferia verso il centro, dai negozi di quartiere alle grandi firme. Una Milano che vive prevalentemente di commercio e servizi e che vuole tornare ad attrarre i turisti”.
Una Milano ciclabile non sarebbe in grado di attirare i turisti?
Attraverso la nostra pagina Facebook è arrivata la risposta di Simone Magnifico di Assomobilità, che ha chiarito: Non discutiamo l’utilità delle piste ciclabili in una città smart come la nostra bellissima Milano. Piuttosto riteniamo errate le tempistiche e la modalità. Pensiamo ai tanti pendolari che per paura dei treni e delle metro inevitabilmente prenderanno la propria auto, pensiamo ai commercianti che dopo mesi di difficoltà gravissime non volevano dover combattere con la riduzione di posteggi proprio in questo momento. Speriamo in futuro si possa creare un rapporto costruttivo con il Comune. La salute, la sicurezza stradale e la stabilità economica della città vengono prima di tutto.
Questa sera sul tg 4 uno pseudo giornalista, facendo finta di percorrere alcune strade di Milano in bici, chiedeva scusa agli automobilisti che transitavano vicino a lui a dimostrazione del notevole intralcio alla viabilità causato dalle bici e attirando le furie dei commercianti che per colpa delle ciclabili non hanno + le auto in doppia fila davanti ai loro negozi.
come se il commercio vivesse del transito caotico del traffico.
Di fronte a tanta miopia mi passa la voglia di spiegare quanto invece ne gioverebbe il commercio al dettaglio, perchè se con l’auto non trovo parcheggio non mi fermo e non vado in quel negozio ma aspetto il fine settimana x recarmi al centro commerciale dove ci sono enormi parcheggi, e lasciata l’auto passeggio tra i negozi.
con la bici il problema del parcheggio è quasi inesistente e pedalando già posso ammirare tutte le vetrine di C.so Buenos Aires, cosa che in auto è impossibile, ma come si fà a spiegarlo senza voce.
Forse con un flash mob sabato mattina alle 10:00 in C.so Buenos Aires in bici x shopping.
se ci siete battete un colpo
Potere al Popolo…..dei ciclisti.