Possiamo chiamarli in diverse lingue: aficionados per gli ispanici, oppure fans, supporter, più comunemente in italiano “tifosi”. Sono coloro che nel mondo nello sport incitano i loro beniamini o le squadre di una determinata disciplina sportiva a fare del loro meglio, puntando al miglior risultato o motivarli quando le cose non vanno per il verso giusto. Con rispetto.
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In questi ultimi due giorni di Tour de Suisse ho avuto modo di vivere sulla mia pelle una esperienza meravigliosa anche in mezzo a loro, ma essa andrebbe suddivisa in due parti. La prima, sabato scorso sulle rampe dell’Oberalppass in occasione della cronometro individuale da Sedrun ad Andermatt, e la seconda ieri, nel centro della cittadina turistica del Canton Uri. L’Oberalppass è una montagna paesaggisticamente meravigliosa, circondata da ghiacciai e monti perennemente innevati.
La vetta del passo si trova a 2046 metri sul livello del mare e si trovano dei punti di ristoro, un laghetto ancora ghiacciato ma ormai pronto a disciogliersi con l’arrivo dell’estate, e la stazione ferroviaria. Si, qui a queste importante altitudini passa il celebre Glacier Express, un treno turistico che collega in otto ore circa di viaggio le località di Zermatt e Sankt Moritz.
Due giorni fa questa montagna era colma di tifosi ad attendere il passaggio dei loro beniamini sulle sue rampe salendo dal versante di Sedrun, nel Canton Grigioni. A meno di un chilometro dalla vetta c’era anche lui, Didi Senft. Non vi dice nulla questo nome? E’ quel signore tedesco che da ormai almeno trent’anni segue le principali corse ciclistiche travestito da diavolo sulle grandi salite, diventando una icona nel mondo del ciclismo. Sia gli addetti della motostaffetta che gli stessi corridori (in particolare quelli che non avevano particolari obiettivi in quella tappa) lo affiancavano salutandolo con una grassa risata, e questo era significato di grande divertimento anche per le persone vicine, che si sono dimostrate sempre molto corrette e rispettose con ogni corridore in corsa.
La mia attenzione riguardo ai tifosi si è spostata domenica direttamente ad Andermatt: appostati dal lato opposto del podio ecco spuntare un nutrito gruppo di fans provenienti da Ecuador e Colombia a festeggiare i risultati di Richard Carapaz e Rigoberto Uran.
La spedizione ecuadoriana era molto più gremita, per loro il corridore della Ineos-Grenadiers è un vero e proprio orgoglio nazionale a cui é un dovere intonare cori da stadio o applaudirlo, sempre con educazione e rispetto. La grande dimostrazione di affetto che hanno dato è culminata quando il loro beniamino è salito sul podio in Maglia Gialla e con il trofeo del Tour de Suisse, scatenando tutta la loro gioia.
Il comportamento esemplare di queste persone dovrebbe essere un messaggio che aiuti ad aumentare la cultura sportiva, di cui un po’ ovunque pecchiamo profondamente. Il rispetto reciproco deve essere simbolo di amicizia e unità, regola primaria nello sport ma soprattutto nella vita, tenendo lontano quella percentuale di individui che si spacciano per tifosi ma che in realtà si dimostrano solo scalmanati ed incivili.
Anche il tifoso, come il campione, riesce spesso ad emozionare positivamente e a regalare qualcosa che difficilmente si può dimenticare.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata