Abbiamo raggiunto telefonicamente Alessandro Petacchi par parlare insieme a lui di questi primi mesi di corse, in particolare della Roubaix di domenica in cui abbiamo visto l’impresa del re Mathieu Van der Poel: “È stata una grande Roubaix e la Alpecin ha dato la dimostrazione di una grande forza e grande unione. La squadra ha voluto una corsa dura facendo quindi selezione anche prima della chicane che poi non ha destato i problemi che si presupponevano ed è una corsa che Van der Poel si è meritato alla grande, è stato nettamente il più forte, riuscendo a fare una cosa che rimarrà per sempre nella storia del nostro sport“.
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Quando è presente uno solo dei sei grandi (Evenepoel, Pogacar, Roglic, Vingegaard, Van Aert e Van der Poel), l’esito sembra già scritto. Infatti Van der Poel ha dominato la Roubaix con 3 minuti: un bene o un male per il ciclismo?
“Se si scontrano tra di loro è un bene, quando ci sono certi corridori che fanno la differenza è sempre bello. Può essere un male nel caso in cui non ci fosse lo stesso livello, ma fosse solo uno superiore a tutti gli altri. Se ci fosse stato Van Aert sarebbe stata una Roubaix diversa, poi magari avrebbe sempre vinto Van der Poel, ma veniva fuori una corsa differente”.
Milan e Viviani, a differenza di Ganna, hanno vince preso parte alla Roubaix ed entrambi sono caduti. Aveva senso prendersi questo rischio nell’anno olimpico?
“Non si possono saltare tutte le corse per un’Olimpiade, Van Aert è caduto in una gara minore quindi non si può mai dire. È vero che la Roubaix è una corsa molto rischiosa, ma male te lo puoi fare in qualsiasi momento”.
Per l’Italia qualche lampo isolato, come il 2° posto di Mozzato al Fiandre, qualche buon segnale da Bettiol. Che idea ti sei fatto dei nostri ragazzi?
“Bettiol ha fatto un buon Fiandre e aveva un’ottima condizione. Mozzato è stato molto bravo, ha fatto un bello sprint con corridori molto stanchi. Quello di Mozzato è un risultato che fa ben sperare in ottica futura. Milan ha fatto una buona Tirreno ed ero curioso di vederlo alla Roubaix, peccato per la caduta, ma penso che sia una corsa adatta alle sue caratteristiche. Jonathan ha dimostrato di essere un corridore forte e veloce e di tenere bene su percorsi impegnativi”.
Sei stato uno dei più grandi velocisti della storia: come pensi che potrà evolvere Milan?
“Sicuramente ha dimostrato di essere ad un ottimo livello ed è chiaro che bisogna sempre migliorarsi. Se farà il Tour penso che lì possa essere il momento della consacrazione per poi capire la sua dimensione e portarla avanti il più a lungo possibile”.
Dopo quanto dimostrato al Giro di Catalogna, secondo te Antonio Tiberi è pronto per fare classifica al Giro d’Italia? Dove può arrivare secondo te?
“Tiberi ha dato qualche segnale, speriamo che sia pronto per il Giro e quindi competitivo per una buona classifica”.
Pensi che Pogacar possa vincere il Giro a mani basse, facendo così correre gli altri per il secondo posto?
“Penso che sia il favorito numero uno sulla carta, è chiaro che cercheranno di metterlo in difficoltà, ma se tutto va come deve andare è il grande favorito. Il ciclismo è imprevedibile, quindi bisognerà vedere come andranno le tre settimane”.
Secondo te la caduta ai Paesi Baschi ha compromesso la stagione di Vingegaard o te lo aspetti competitivo al Tour?
“È troppo presto per dirlo, bisognerà vedere come procede il recupero. Per il talento che è potrebbe anche arrivare al Tour competitivo, ma bisognerà vedere come e quando riuscirà a ripartire e quindi ad allenarsi bene”.
Ayuso è pronto per vincere un Grande Giro, magari la Vuelta?
“Sicuramente è un corridore valido, bisognerà capire se ha ancora dei margini di miglioramento. Ha dimostrato di poter fare classifica, poi da lì a vincerlo è una bella differenza”.
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