Il più celebre in ordine di tempo ad averci vinto è non a caso uno che della velocità ha fatto il suo mestiere: in testa Mark Cavendish aveva proprio il casco Air Atlas che vi andiamo a presentare quando, lo scorso 28 maggio, al Giro d’Italia ha centrato una delle più belle delle sue oltre 150 vittorie in carriera da “prof”.
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“Cav” ha vinto grazie all’effetto aerodinamico del casco che aveva in testa? No, non diremo certo questo, ma di sicuro il fatto che il velocista inglese abbia scelto questo modello sta ad indicare quanto apprezzato sia dalle ruote veloci, visto che i team sponsorizzati dal brand italiano hanno la possibilità di scegliere anche altri modelli nella ricca collezione del marchio lombardo.
Air Atlas è infatti l’ultimo arrivato tra i caschi per il ciclismo “race” di Limar; è il frutto di test in galleria del vento e simulazioni al computer. E non ci si poteva aspettare altro da un casco di questo lignaggio: ma a tutto questo l’Air Atlas aggiunge la collaborazione e il feedback con atleti di livello assoluto, primo tra tutti Vincenzo Nibali, che prima di appendere la bici al chiodo, nel 2022, ha collaborato a lungo con Limar per arrivare alla forma finale dell’Air Atlas che vedete; e che noi di Inbici abbiamo provato, grazie alla disponibilità di Ciclo Promo Components, che di Limar è distributore per l’Italia.
È ovvio: lungi da noi dal poter dare le impressioni di cui è capace un professionista, ma nel nostro piccolo abbiamo provato a “stressare” l’Air Atlas nelle situazioni più diverse, non solo quelle di velocità, per valutarne il responso anche in merito alla vestibilità, alla praticità d’uso e soprattutto alla aerazione.
Ecco i nostri feedback, allora, non prima di aver ricordato le caratteristiche tecniche di questo Air Atlas.
La caratteristiche tecniche
Air Atlas impiega linee evidentemente aerodinamiche, con un design che ti trasmette immediata l’idea di un oggetto capace di penetrare l’aria non solo frontalmente, ma anche lateralmente, con una forma compatta, che si sagoma in modo anche elegante sul cranio.
Del resto è la stessa Limar a ricordarci che il disegno di questo casco è ispirato «alle forme più aerodinamiche che la natura e l’uomo abbiano creato, la goccia d’acqua e le ali d’aereo».
A tutto questo Air Atlas aggiunge un dettaglio esclusivo, unico nel suo genere: ad aumentare l’efficacia aerodinamica del casco c’è l’UFO; sì, Limar ha chiamato così quell'”oggetto non identificato” posizionato sul retro, con architettura removibile a bisogno; UFO è una sorta di piccolo spoiler la cui funzione è aumentare ulteriormente la penetrazione all’aria: «UFO – ci ricorda ancora Limar – può essere montato, integrandolo alla coda di Air Atlas o rimosso, a seconda delle condizioni ambientali e del tipo di gara, per raggiungere il massimo della prestazione».
La sua funzione in numeri? Dalle prove effettuate in galleria del vento sono emersi dati molto importanti:
Alla velocità di 40 km/h, Air Atlas con l’UFO fa risparmiare 0,7 watt rispetto al casco Limar Air Speed.
Alla velocità di 50 km/h, Limar Air Atlas ti fa risparmiare 1,4 watt sempre rispetto all’Air Speed.
I nostri feedback: design e vestibilità
La taglia che Ciclo Promo Components ci ha inviato è una M, che “copre” un range di girotesta da 54 a 58 cm; è stata la taglia precisa per i 58 cm di girotesta di chi scrive, che ha poi completato il fitting con il rotore posteriore del sistema Air Fit Evo.
Quello dell’Air Atlas è un rotore piccolissimo, è leggerissimo, è molto funzionale, forse il suo unico neo è proprio l’estrema compattezza, che immaginiamo possa essere poco pratico in inverno, quando maneggiato con guanti pesanti.
A corredare la vestibilità c’è poi la possibilità di regolare la cinghia di ritenzione sulla nuca in altezza, entro ben cinque posizioni utili.
Prima di passare alle impressioni d’uso qualche nota sull’aspetto estetico: “de gustibus non disputandum est”, dicevano i latini, ma a detta di chi scrive è difficile negare la “pulizia” estetica, l’eleganza e la perfetta aderenza al cranio di un casco che appare compatto, poco ingombrante, che si adegua perfettamente alla testa senza produrre quelli antiestetici effetti di “fungo” o peggio di “banana” che talvolta sortiscono alcuni caschi.
Sempre a proposito di look, una nota a cavallo tra giudizio estetico e funzionale: è guardandolo nei dettagli che si può comprendere tutta la qualità che c’è dietro un prodotto come questo. Ci riferiamo ad esempio alla costruzione In-Mold, che in questo caso coinietta l’espanso non solo sulla calotta in policarbonato superiore, ma assicura questo trattamento anche nella parte perimetrale bassa, fino alla parte che realmente va ad interfacciare il volto.
Si tratta di un dettaglio che eleva la bontà strutturale e costruttiva del casco in oggetto e non da ultimo la sua raffinatezza estetica. Ricordiamo infatti che L’In-Moulding è un processo che serve a preservare il più possibile l’integrità esterna del casco, è più questo è esteso, maggiore è il livello di sicurezza che garantisce.
Infine, ancora in merito al fitting: prima di muoversi ovviante il casco bisogno allacciarlo; ed è qui che entra in gioco tutta la praticità la velocità di utilizzo e la funzionalità del sistema di allaccio magnetico della cinghia sottomento, che si ingaggia semplicemente avvicinando le due estremità: è comodissimo sia da inserire che da svincolare, si può fare tutto anche con una sola mano.
Le impressioni in velocità
Il casco in nostro possesso ha fatto segnare 268 grammi comprensivo di UFO, che pesa 24 grammi); è un peso in linea con la tradizione Limar di puntare molto sulla leggerezza sui suoi modelli di vertice come questo.
Abbiamo testato il Limar sia con l’UFO inserito che senza e – come pensavamo – ci è apparso impossibile percepire la differenza in termini di resa aerodinamica.
Si tratta di variabili che di sicuro neanche il professionista più sensibile ed esperto potrebbe arrivare a quantificare e che sono apprezzabili solo nei test in galleria del vento (e poi trasformarsi su strada in quei cosiddetti “marginal gains” che nel professionismo di oggi sono tanto importanti).
Una piccola differenza, invece, l’abbiamo percepita in merito alla ventilazione, nel senso che se con il supporto posteriore UFO inserito il circolo d’aria è sufficiente ed adeguato per affrontare anche giornate calde, una volta rimosso questo “spoiler” si genera la migliore comunicazione possibile le feritoie anteriori con la grossa “bocca” posteriore, creando un vero e proprio vortice refrigerante.
Il prezzo
Infine una nota sul prezzo al pubblico, 260 euro: sì, è vero, una cifra di questo tenore non è da poco conto per l’acquisto di un casco, ma precisiamo che è di gran lunga inferiore a modelli di caschi di livello omologo, che come questo sono utilizzati dai professionisti e che magari come questo hanno dietro un bagaglio di tecnologia e di studi che non può non incidere anche a livello di valore di mercato finale.
Ma soprattutto, e non ci dimenticheremo mai di ripeterlo: è impensabile pensare di risparmiare su un accessorio così importante come è il casco, soprattutto se oltre alla sicurezza e alla qualità “a prova di professionista”, ha anche un design oggettivamente molto valido.
Oltre alla “White” sono disponibili anche questi colori
La scheda tecnica
TECNOLOGIA | Tripla calotta In mould |
---|---|
FERITOIE DI VENTILAZIONE | 7 frontali, 4 con forma Naca, 6 posteriori, 6 canalizzazioni interne |
SISTEMA DI REGOLAZIONE | Air Fit Evo, con 5 livelli di regolazione in altezza |
PADS | Anallergici e lavabili |
SISTEMA DI ALLACCIO | Fibbia magnetica Fidlock |
TAGLIE DISPONIBILI E PESO | S (52-56 cm) 220 grammi, M (54-58 cm) 235 grammi, L (57-62 cm) 260 grammi |
PESO RILEVATO | 268 grammi (taglia M) |
COLORI DISPONIBILI | Amaranth, Iridescent Matt Black, Nibali Last Dance, White iridescent, MATT black/titanium, MATT blue, MATT grey |
Ulteriori informazioni: Limar, Ciclo Promo Components
A cura di Maurizio Coccia – Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata