Nel parterre d’arrivo di Riolo Terme ieri – in occasione della seconda tappa dell’ExtraGiro dedicata alla Mtb – era presente anche Marco Selleri, direttore generale del Giro d’Italia Under 23 che partirà tra poco più di un mese.
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Selleri, quali sono le sensazioni dopo questa ripartenza?
“Io sono molto soddisfatto e anche lo stesso Ct Cassani, che ha voluto fortemente questa iniziativa, ha già parlato di bilancio più che positivo”.
Dopo quattro mesi di lock-down questa settimana dedicata alla multi-disciplinarità ha dimostrato che, nel rispetto dei protocolli anti-Covid, anche il ciclismo può ripartire…
“Sì, ci sono diversi aspetti ancora da chiarire e, sul piano organizzativo, bisognerà trovare regole più certe, ma oggi era importante soprattutto ripartire e, tanto in strada quanto in pista, fino ad arrivare alla Mtb, mi pare che tutto sia andato per il verso giusto. Al netto dei timori che inevitabilmente c’erano alla vigilia, siamo davvero tutti molto soddisfatti”.
Dunque, con le opportune cautele, si può fare sport anche nell’epoca del Covid?
“Le paure, come ho detto, esistono e quindi la parola d’ordine dev’essere, a tutti i livelli, sempre e comunque ‘sicurezza’ perché, al di là della legittima voglia di ripartire, la salute viene prima di qualsiasi altra cosa. Come Federazione e come organizzatori cercheremo di applicare nella maniera più rigorosa possibile tutti i protocolli, anche se qualche contraddizione un po’ illogica in questi giorni l’abbiamo anche notata…”.
A cosa allude in particolare?
“Mah, ne dico una: i ragazzi corrono in gruppo dove, inevitabilmente, la distanza sociale non può essere rispettata e dove, tra sudore, schizzi e pulizia nasale, i rischi di contagio non possono essere azzerati. Eppure – sul podio – devono salire distanziati l’uno dall’altro e, in alcuni casi, anche con la mascherina… mi pare francamente una norma di difficile comprensione. Sarebbe più giusto che, una volta effettuate tutte le verifiche preventive e con le auto-certificazioni sanitarie in mano, si considerassero questi atleti persone in perfetta salute e dunque, nelle aree opportunamente delimitate, potessero muoversi liberamente senza mascherine”.
Riolo Terme, con le due gare di Mtb, ha fatto la sua parte…
“Sì, mi pare che tutto sia andato alla grande. E faccio i complimenti agli organizzatori del Rally di Romagna perché, sia domenica che martedì, hanno fatto un lavoro egregio. Dispiace ovviamente che le gare siano ancora interdette al pubblico perché lo spettacolo visto a Riolo in questi due giorni è stato uno spot eccezionale per tutto il ciclismo, ma è chiaro che, essendoci ancora qualche focolaio in giro per l’Italia, quello del pubblico dietro alle transenne resta un tema ancora complesso”.
Dunque, la Romagna, che ha sempre legato la sua storia alla strada, potrebbe diventare in futuro anche una delle capitali italiane dell’off-road?
“Io credo che sia un’ambizione legittima perché, sia dal punto di vista dei tracciati che dell’esperienza organizzativa, a noi romagnoli non manca davvero nulla. La stessa Riolo Terme, con le sue colline e i suoi sterrati può organizzare qualsiasi corsa e a qualsiasi livello. Io credo che, con la tenacia dei romagnoli, molto presto da queste parti vedremo manifestazione di altissimo profilo”.
A proposito di “altissimo profilo”, tra poco meno di un mese partirà anche il Giro d’Italia Under 23: l’organizzazione procede spedita?
“Assolutamente sì. C’è tanta voglia di ripartire e di dare anche a questi ragazzi l’opportunità di salvare una stagione che, diversamente, sarebbe stata del tutto persa. Ci sono atleti che, nel loro processo di crescita, hanno assoluto bisogno di correre e di fare esperienza perché diversamente il rischio è quello di pagare anche in futuro quest’annata balorda. Come movimento italiano, abbiamo tanti giovani di grandi prospettive e dunque mi auguro che, durante il Giro U23, davanti ad una qualificata platea di atleti provenienti da tutto il mondo, i nostri azzurrini sappiano confermare quanto di buono fatto lo scorso anno e magari arrivare anche ad una storica affermazione.
A cura di Mario Pugliese per inbici magazine