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Trofeo Laigueglia 2020 - 57th Edition - Laigueglia - Laigueglia 203 km - 16/02/2020 - Adriano Amici - photo Tommaso Pelagalli/BettiniPhoto©2020

L’INTERVISTA – ADRIANO AMICI: “VIVIAMO CON ANGOSCIA QUESTA SITUAZIONE, IL CICLISMO A PORTE CHIUSE NON PUO’ ESISTERE”


Quando è ufficialmente esplosa la pandemia del Coronavirus, il Gs Emilia è stata una delle prime società organizzatrici di gare ciclistiche – insieme a RCS Sport – a dover rinviare i propri eventi in calendario. In modo particolare, la prima gara rinviata a data da destinarsi è stata il Gp Larciano, seguita dalla Settimana Coppi e Bartali.

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Adriano Amici, responsabile del Gs Emilia, rivive quei giorni attraverso l’intervista concessa alla nostra trasmissione radiofonica Ultimo Chilometro: “Il rinvio della Strade Bianche, che si svolge in Toscana, ci ha fatto capire che anche la nostra gara di Larciano sia saltata. Quei giorni sono stati ricchi di angoscia, perché fino alla fine avevamo in mano il permesso per poter fare la corsa. Collaboro ormai da circa 15 anni con la Larcianese per organizzare la gara che sento come mia, perché c’è una fratellanza che ci unisce. Abbiamo cercato fin da subito di trasmettere agli organi ufficiali delle eventuali date che noi gradiremmo, poi bisogna vedere cosa succede”.

Ascolta l’audio con l’intervista ad Adriano Amici

In particolare, il rinvio della Settimana Internazionale Coppi e Bartali è stato un duro colpo per le squadre più piccole, soprattutto per le Continental, che vivono la corsa del Gs Emilia come uno dei principali eventi della stagione: “Ho condiviso il programma delle Continental fin dagli albori e sono stato criticato perché i team più grandi non volevano ci fossero delle formazioni così piccole. Adesso i loro sponsor mi stanno dando una mano con le nostre corse, e in questo caso posso dire di avere l’orgoglio di poter invitare queste Continental. E poi non bisogna dimenticare che ormai ogni formazione World Tour ha il suo vivaio”. 

La proposta di Adriano Amici, per quando si ricomincerà a gareggiare, è quella di ridurre il numero dei partecipanti di ogni gara per permettere alle squadre di svolgere un calendario più ampio: “Quando cominceranno le corse ci saranno tante squadre che devono far gareggiare i loro corridori, se dobbiamo fare delle scelte bisogna far partire le squadre con un uomo o due in meno, per esempio far partire 5 corridori invece di 7 e far correre tutte le gare in giro per il mondo”

Giro dell’Emilia 2019 – Bologna – San Luca – 207,7 km – 05/10/2019 – Adriano Amici – Alejandro Valverde (ESP – Movistar Team) – photo Roberto Bettini Bettini/BettiniPhoto©2019

Amici, dal canto suo, è favorevole a un calendario ciclistico che possa arrivare anche fino a novembre: “Noi abbiamo sempre preso dei mesi di ottobre molto belli, a volte si è corso meglio alla fine di settembre che non in marzo. Spesso noi con la Coppi e Bartali abbiamo trovato pioggia. Esiste però un problema più grande: noi speriamo che qui in Italia si possa riprendere a fine giugno, ma il problema riguarda anche l’estero, quindi dobbiamo essere in grado di fare dei percorsi adatti e invitare le squadre”. 

“Siamo tutti in attesa di decisioni dell’UCI per il futuro – prosegue Amici – prima c’è ASO con Tour e Vuelta, poi RCS con il Giro. Quindi ci sono le classiche monumento, poi le Pro Series. Io credo che il Giro dell’Emilia possa avere l’invidia delle corse più importanti al mondo. Il problema è che il ciclismo ha tante spese, ma non incassa, perché vive di sole sponsorizzazioni, e non solo: le case produttrici di biciclette non si legano più alle corse, non c’è più la cultura come una volta, quando il ciclismo sponsorizzava il ciclismo. Adesso, poi, non si parla più con il titolare di un’azienda, con l’appassionato sportivo come c’era una volta, ma bisogna passare per gli uffici marketing”.

Infine, Amici non vede praticabile un ciclismo a porte chiuse: “Da organizzatore dico che il ciclismo a porte chiuse non può esistere. Adesso ho visto che ci sono le feste di Carnevale in cui paghi il biglietto e hai le vetrate. Che cosa chiudi? Il ciclismo a porte chiuse è un controsenso. Potrebbe andare bene solo per la pista, facciamo le gare ma non facciamo il pubblico. Il ciclismo a porte chiuse sarebbe… non vorrei essere volgare! Come fa un corridore a sentire lo spirito per gareggiare? E poi, il ciclismo entra in casa della gente: dove sono le porte?“.

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