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L’INTERVISTA – ANDREA TAFI: “IL SOGNO DI CORRERE LA ROUBAIX E’ ANCORA VIVO, MA NON VOGLIO TOGLIERE SPAZIO AI GIOVANI”
Andrea Tafi

L’INTERVISTA – ANDREA TAFI: “IL SOGNO DI CORRERE LA ROUBAIX E’ ANCORA VIVO, MA NON VOGLIO TOGLIERE SPAZIO AI GIOVANI”


Durante l’inverno si è discusso a lungo dell’idea lanciata da Andrea Tafi: provare a correre la Parigi-Roubaix 20 anni dopo la sua vittoria del 1999, ultimo trionfo azzurro nella corsa del pavè. Il toscano si è ritirato dall’attività agonistica nel 2005, ma nonostante questo ha ricominciato ad allenarsi duramente, convinto che il suo progetto di correre la Roubaix 2019 possa andare in porto. Nonostante non si siano avute notizie in merito negli ultimi tempi, Tafi non vuole mollare, e spera ancora di essere al via della corsa. 

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Riportiamo di seguito l’intervista realizzata ai microfoni della trasmissione Ultimo Chilometro. 

Andrea Tafi, partiamo da un’analisi di queste prime corse che si stanno svolgendo al Nord. Si aspettava questo dominio della Deceuninck-Quick Step?

“Non sono affatto sorpreso, anche perché Patrick Lefevre ogni anno riesce ad allestire una squadra al top soprattutto per le corse di un giorno. Sono curioso di vedere le prossime gare, credo che assisteremo a una bellissima lotta con le altre formazioni. Questa squadra riesce ad avere sempre degli ottimi corridori e riesce ad ingaggiare i giovani migliori, basti pensare a un corridore come Remco Evenepoel, una delle promesse più importanti del ciclismo contemporaneo. La squadra offre la possibilità di fare il corridore al 100%, e questo porta a degli ottimi benefici”. 

Non ci sarà però Niki Terpstra, vincitore del Giro delle Fiandre dello scorso anno. Come valuta il suo passaggio alla Direct Energie?

“Terpstra ha cambiato squadra perché ha avuto un’offerta allettante e Lefevre non poteva fargli promesse in quanto non aveva ancora il nuovo sponsor. Io, al suo posto, sarei rimasto ancora alla Deceuninck-Quick Step, ma sono punti di vista. Terpstra deve sapere che dall’altra parte avrà uno squadrone del quale faceva parte anche lui, questo non dico sia un handicap ma qualcosa di importante di cui tener conto”. 

Durante l’inverno si è parlato a lungo del suo progetto di partecipare di nuovo alla Parigi-Roubaix. A che punto siamo?

“In questo momento non posso dire nulla, è necessario aspettare ancora una settimana. La mia volontà è quella di essere al via della Roubaix, ma ci devono essere tutte le componenti affinché ci sia questa possibilità. Mi sto allenando come un professionista, ho perso molti chili: mi sento pronto, sto solo aspettando l’ok”. 

Quindi c’è ancora una speranza?

“La speranza per me non muore mai, non mollo e vado avanti, altrimenti non avrei fatto il ciclista”. 

Ci sono ancora delle trattative in corso con le varie squadre?

“Il discorso della squadra è molto lungo, ci sarebbero tantissime cose da dire. Molti credono che io voglia togliere spazio ai giovani, ma in realtà non ho mai pensato di prendere il posto di qualcuno, vorrei solo fare una gara. Una sola. Non voglio nessun contratto, mi piacerebbe solo fare la Parigi-Roubaix per vedere, a 52 anni, le differenze che ci sono da venti anni anni a questa parte. Sarebbe una cosa bellissima ed è una speranza che non voglio fare affievolire”. 

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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