L’entusiasmo, si sa, è il sale del ciclismo e dunque – davanti al campione che si lancia in un’impresa – si può anche rischiare di perdere un po’ la testa.
Accade ai ragazzini davanti alle rockstar o agli ultras di fronte al fuoriclasse più acclamato.
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Ma nella musica c’è un palco e allo stadio – a parte l’eccezione inglese – ci sono le recinzioni. Nel ciclismo no. Nel ciclismo, a parte gli ultimi chilometri transennati, c’è la strada e nulla che divide i ciclisti dai tifosi.
Ma esiste un “patto etico” in questo sport che nessuno può violare. Il ciclista può essere incitato, spronato, applaudito, mai toccato, spinto o – peggio ancora – strattonato.
Quello che è accaduto ieri a Lorenzo Fortunato – avvicinato da un tifoso esagitato – viola quel “patto”, ma ci regala anche una speranza. Il supporter (in evidente overdose agonistica) lo avvicina, lo strattona, lo spinge, gli urla in faccia la sua isterica euforia, con buona pace del senso civico e delle restrizioni anti-Covid.
Nel mondo del ciclismo i tifosi di quel tipo sono annoverati, senza pietà, nell’alveo degli idioti. Ma, dopo quel siparietto, continuando a guardare il video, si vede che molti altri tifosi lo redarguiscono, lo rimproverano, qualcuno lo insulta pure. E’ questa paradossalmente la bella notizia, perché l’idiota ci sarà sempre, ma se la maggioranza si ribella, allora c’è speranza.
A cura di Mario Pugliese ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine