La ciclista belga si conferma come autentica fuoriclasse nelle prove in linea laureandosi per la prima volta in carriera campionessa del mondo su strada, riportando in Belgio la medaglia d’oro nella disciplina in campo femminile dopo cinquant’anni, dall’epoca di Nicole Vandenbroeck.
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La stagione della campionessa fiamminga del Team SD Worx era partita con il successo alla Omloop Het Nieuwsblad, e le aspettative per un bis alla Strade Bianche e al Giro delle Fiandre erano molto alte. Le è riuscito “solo” quello alla Ronde, ma la sua primavera è funestata dal grave lutto per l’improvvisa perdita del fratello Seppe, maggiore di due anni, pochi giorni prima della Nokere Koerse. Lotte decise di gareggiare, e riuscì a vincerla dedicandola al suo caro fratello dichiarando molto commossa che quel giorno “in bicicletta eravamo in due”.
Dopodiché sono arrivati il secondo posto all’Amstel Gold Race e la vittoria in classifica generale al Thüringen Ladies Tour, ma il vero exploit di Kopecky è arrivato al Tour de France: alla Grande Boucle ci è arrivata con il titolo nazionale strada e crono, aggiudicandosi la frazione inaugurale a Clermont-Ferrand e tenendo la maglia gialla fino alla tappa del Col du Tourmalet. Sui Pirenei ha resistito e il giorno dopo a Pau è stata capace di recuperare due posizioni in classifica e terminando seconda e con la Maglia Verde vinta con ampio margine.
Ai Mondiali di Glasgow si è presentata come il personaggio simbolo della Pista e da favoritissima per la prova in linea su Strada. Nel velodromo dedicato a Chris Hoy, Lotte ha vinto l’oro nell’Eliminazione e nella Corsa a Punti, e oggi era battezzata come la atleta da battere nella “Road Race”, un anno dopo l’argento in Australia dietro Annemiek Van Vleuten. E così è stato, ha confermato i pronostici della vigilia e per distacco ha avuto la meglio su Demi Vollering e Cecilie Uttrup Ludwig. La danese della FDJ-Suez è stata l’ultima avversaria a cedere su uno dei tantissimi strappi nella città scozzese, e all’ultimo metro non è riuscita a tenere l’argento, che avrebbe comunque meritato. Si tratta comunque del suo primo podio Elite ai Mondiali ed è una grande soddisfazione.
Purtroppo all’Italia non è andata bene: la squadra Azzurra, che nella prima parte aveva cercato in tutti i modi di avvantaggiarsi, si è trovata in difficoltà e non ha tenuto le ruote delle fuggitive. Silvia Persico, bronzo un anno fa a Wollongong, ha chiuso dodicesima nella minivolata vinta dalla nuova Campionessa del Mondo Under 23 Blanka Kata Vas (Ungheria). Al contrario è stata positiva la prestazione della Nazionale svizzera, prima in fuga per tanti chilometri con Elise Chabbey e poi con Marlen Reusser, in cerca di rivalsa dopo il ritiro nella cronometro individuale in cui era l’atleta da battere.
Sarà comunque un Mondiale da ricordare a lungo: l’idea di organizzare una rassegna con quasi tutte le discipline ciclistiche ha funzionato, ma in alcuni casi andrebbero fatte alcune correzioni, anche a costo di allungare la durata di una settimana. E’ stato tutto molto bello, ma tra un anno in Svizzera a Zurigo si tornerà alla tradizionale settimana su strada.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata