Luca Giaimi, portacolori della UAE Emirates GenZ, formazione di sviluppo dell’emiratina di Tadej Pogacar, con la quale Giaimi ha un contratto di sei anni (due con la formazione devo e quattro nel World Tour) è in una situazione più unica che rara. Dopo due stagioni al Team Giorgi, in cui il ligure classe 2005 si è messo ben in mostra tra strada e pista, ne abbiamo approfittato per stilare un bilancio di questa prima stagione tra gli Under23, dove ha avuto la possibilità di fare esperienza anche con i grandi; a tal proposito Giaimi correrà il Gran Piemonte in programma giovedì con la UAE Team Emirates.
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Quale bilancio puoi tracciare della tua stagione?
“Dividerei la stagione in due parti: la prima parte di apprendimento e capire quindi cosa fare del mio essere atleta soprattutto perché ho sentito molto in passaggio tra gli juniores e gli Under23 e quindi mi sono dovuto ambientare. Nella seconda parte di stagione invece ho cambiato marcia sia a livello fisico che mentale e anche la condizione è migliorata, adesso spero di finire la stagione nel migliore dei modi per poi pensare all’anno prossimo che sarà fondamentale come avvicinamento al passaggio tra i professionisti”.
Cosa significa per te aver firmato un contratto di 6 anni con la squadra più forte del mondo, la UAE Emirates?
“Non mi aspettavo neanche io un contratto così lungo che da un punto di vista ti permette di stare tranquillo, dall’altro devi dimostrare la fiducia che ti ha dato la squadra che sta cercando di preservarmi il più possibile e di farmi quindi crescere con calma. L’importante è quello di crescere nel miglior modo possibile, passo dopo passo, e cercare di arrivare pronto alla fine del prossimo anno per il salto di categoria”.
Ti è mai capitato finora di parlare o allenarti con Pogacar?
“No, non ho avuto occasione di confrontarmi con lui. Al momento l’ho solo visto al training camp dello scorso dicembre”.
La UAE asseconderà anche la tua attività su pista?
“Sì, mi ha dato un grande supporto e anzi quest’anno, almeno nella prima parte di stagione, ho corso molto di più su pista che su strada. La pista penso continuerà ad esserci nel mio futuro anche perché nel 2029 i Mondiali saranno negli Emirati Arabi e quindi in casa UAE”.
Qualcuno ti ha paragonato a Ganna, anche se avete un fisico diverso. Vuol dire comunque che il tuo focus saranno l’inseguimento a squadre su pista e le cronometro su strada?
“Fino allo scorso anno erano le due cose che mi venivano meglio, quest’anno a crono ho corso pochissimo ma è sicuramente un mio punto forte e voglio cercare di mantenerlo tale. Lato pista, invece, inseguimento a squadre e individuale rimarranno i miei focus principali. Su strada poi mi piacerebbe diventare un corridore da Classiche”.
A proposito della strada: sei un passista classico oppure ti trovi bene anche su strappi più brevi?
“Sento di essere un passista veloce, quindi mi piacciono gli sterrati e tratti in pavé oppure strappi brevi come alla Gand”.
L’Italia ha bisogno di un ricambio verso Los Angeles 2028. Senti che il quadriennio appena iniziato possa essere quello dei Giaimi, Sierra, Stella, etc.?
“Potrebbe essere, ma ci saranno anche Ganna e Milan che comunque sono giovani e sono davvero molto forti”.
Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?
“Gran Piemonte, poi domenica cronometro delle Nazioni”.
Nel 2025 il focus resterà sulla pista o incrementerai l’attività su strada?
“Sicuramente incrementerò l’attività su strada per arrivare il più pronto possibile al passaggio nella massima categoria. Su pista mi piacerebbe correre gli Europei Under e magari Europei e Mondiali Elite, bisognerà vedere come starò e se sarò pronto”.
Quali obiettivi vorresti realizzare nella tua carriera tra pista e strada?
“Su pista mi piacerebbe il Mondiale con l’inseguimento individuale e le Olimpiadi con il quartetto, su strada invece sogno un giorno vincere un Mondiale, ma mi basterebbe anche affermarmi come corridore da Classiche e magari vincerne una”.
Su tutte quale?
“Il Fiandre o la Sanremo che è anche la corsa di casa”.
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