L’inizio della stagione ciclistica è stato caratterizzato da grandi vittorie e anche da possibili avvenimenti… inconsulti. Ad esempio, ha fatto parecchio discutere il casco da cronometro proposto dalla Visma | Lease a Bike durante la prova inaugurale della Tirreno-Adriatico, più largo e sporgente. Discussioni tra chi lo vedeva come un passo verso il futuro e chi invece ha pensato che si fosse probabilmente esagerato.
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Non per niente, l’UCI è intervenuta a riguardo un paio di settimane fa, mettendo un freno alla sperimentazione atta a cercare la massima aerodinamicità delle varie squadre ciclistiche, parlando di come si ci stesse concentrando troppo sulle prestazioni che sulla sicurezza, funzione primaria di un casco, e avviando un’indagine.
Un’indagine conclusa in maniera positiva per il team di Jonas Vingegaard, poiché le alte sfere del ciclismo internazionale hanno riconosciuto come validi i modelli di caschi Giro Aerohead 2.0. Seppur in maniera temporanea: “L’UCI riconosce che non vi sono violazioni dirette delle norme, ma è preoccupata per la tendenza attuale in cui la priorità è sempre più data alle prestazioni e molto meno alla sicurezza” si legge in una nota.
Il prototipo è stato approvato per un solo anno, a partire dal 18 gennaio scorso fino al prossimo 17 gennaio 2025, solo ed esclusivamente nelle competizioni su strada, per poi essere messo a disposizione per la vendita secondo le condizioni applicabili. L’UCI ha promesso comunque di ‘effettuare un’analisi approfondita delle normative che circondano la progettazione e l’uso dei caschi da cronometro‘.
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