Dopo un anno di fermo ritorna il Mahikan Race, la gara di Mashteuiatsh nelle riserve indiane del Quebec e questa volta la partenza sarà in Francia a Le Plan de la Tour, in una versione insolita!
Il Mahikan, che ha sempre utilizzato solo le Fat, cambia e lascia spazio anche alle bike da discesa ed è per questo che il 28 febbraio è stato girato il promo della gara con la collaborazione del tre volte campione del mondo Loic Bruni che sarà padrino della corsa insieme a Christophe Le Mevel (6 Tour de France, presente nella Top Ten in classifica nel 2009 e vincitore di una tappa del Giro ecc, oggi agente UCI).
A ottobre , in Francia, il Mahikan presenta due gare, una discesa molto tecnica che sarà apprezzata da tutti i discesisti e la X-Eliminator dove, come sempre, vedremo gareggiare campioni di tutte le discipline a partire da quelli della strada. L’Eliminator non avrà ne sabbia e nemmeno neve, ma asfalto e ciottolato, un circuito di 6/700 metri in centro villaggio.
Il campione di discesa è stato intervistato dalle nostre telecamere, visto che proprio in questo mese rientra in Nuova Zelanda per rifinire la preparazione di questo 2019.
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Loic hai finito la stagione 2018 ancora una volta in maglia iridata, iridata, quali emozioni di quest’ultima stagione e quali aspettative per il 2019?
La stagione passata è stata particolare, l’ho iniziata con gran fiducia e nella prima corsa mi sono fatto male e peggio di cosi non potevo iniziare, ciò messo parecchio a ritrovare il mio livello, ma alla fine sono riuscito a vincere una gara della coppa del mondo in Quebec e a riprendere fiducia nelle mie possibilità riconquistando anche il titolo mondiale. Ci sono stati parecchi cambiamenti , perchè abbiamo cambiato anche la Bike, sempre la stessa marca ma con un nuovo telaio, ho cambiato casa, sono andato a convivere, dunque parecchie cose che mi hanno tenuto occupato, ma è andato tutto bene. Per la prossima stagione è ancora presto, mancano quasi due mesi, ma ho l’impressione di essere più calmo e più maturo, spero d?aver imparato dagli sbagli fatti in passato.
E l’obiettivo per il 2019, se dovessi scegliere, è più cercare una regolarità in coppa del mondo o riconfermarti campione mondiale?
E’ difficile rispondere, sicuro che non ho mai vinto la coppa del mondo, quindi mi piacerebbe arrivare a ottenerla, quindi resta un obbiettivo, ma prende le cose giorno per giorno , corsa dopo corsa e arrivare al mondiale con grandi ambizioni perchè ho vinto la gara di coppa del mondo sulla stessa pista, che mi si addice e che ci possiamo sperare e sappiamo che abbiamo tutto per poterla vincere.
Hai avuto un esperienza di gara invernale a – 24 ° alla Mahikan Race e l’UCI nel 2020 vuol fare una coppa del mondo invernale, pensi che possa essere interessante anche a livello di preparazione?
Già non amo molto il freddo, penso che sia più interessante più dal punto di vista mediatico che a livello di preparazione, perchè sulla neve non hai la stessa aderenza quindi è come se non fosse la stessa disciplina , è come chiedere a uno sciatore di sciare sulla sabbia
Quest’anno trai tuoi avversari chi temi di piu’ i vari Hart, Brosnan, Macdonald oppure la nouvelle vague di riders francesi?
Un po’ tutti a cominciare dal mio compagno di squadra che sta andando veramente forte ma sicuramente la nuova generazione francese con i vari Amaury, Loris,Thomas e altri riders piu’ esperti che dimostrano l’altissimo livello della nostra scuola nella downhill. L’anno scorso mi sono fatto battere parecchie volte da Amaury e Thomas quest’anno dovro’ confrontarmi sopratutto con loro. Per Amaury il 2019 sara’ diverso visto che l’anno scorso non aveva niente da perdere ma ora avra’ piu’ pressione perche’ dovra’ difendere il titolo conquistato in coppa del mondo, mentre Loris sta acquisendo piu’ esperienza e maturita’.
Per il momento sei il secondo francese ad aver vinto piu’ titoli mondiali dopo Vouilloz riuscirai a eguagliarlo?
Quando ero bambino per me Vouilloz era “Dio”,essere attualmente ai suoi piedi e’ gia’ tanto sapendo che prima di me’ c’e’ stata gente come Fabien Barrel. Sicuro puo’ essere un obbiettivo arrivare a 10 titoli ma non e’realista mi restano da conquistare ancora 6 titoli ma la vedo dura visto che la mia carriera terminera’ tra una 10 d’anni…vedremo…ma sono veramente felice del mio palmares.
La discesa e’ una tradizione in Francia, questa passione te l’ha trasmessa tuo padre?
Sicuro,…quando ero piccolo guardavo le sue prestazioni di gara in video, lo seguivo sempre. Poi ha incominciato a portarmi con lui in allenamento mi ha insegnato tanto, l’amore per la bici era dentro me ma e’ lui che me la fatta scoprire. Gli devo tanto, ma come ho iniziato a gareggiare in Coppa del Mondo ha lasciato totalmente le redini al mio team con la sua “benedizione”, molto bravi anche loro per la mia formazione di atleta. Non ha interferito nel mio modo di correre e questo lavoro ha pagato.
Di chi sei “fans” nel mondo del ciclismo in generale?
Nel cross country Van der Poel che ha portato delle novita’ nella disciplina e Sagan che ha dato tanto al ciclismo attuale anche se nel gruppo e’ un po’ troppo presuntuoso e se dovessi correre contro lui non mi dispiacerebbe mettere le mie ruote davanti alle sue.
Nel 2019 ci sono cambiamenti nella preparazione a livello tecnico, entourage?
No assolutamente ho mantenuto lo stesso team dell’anno passato, ho bisogno del mio gruppo di persone per lavorare bene abbiamo una buona sinergia vincente.
Nella bici Specialized 2019 ci sono novita’ tecniche?
Quest’anno il telaio e’ cambiato, abbiamo passato parecchio tempo per metterlo a punto anche con una taglia di ruote interessante e altri accorgimenti tecnici che rendono eccitante il seguito della stagione.
Daniela Bardelli