Prima il Pirata di Cesenatico, oggi il Principe sloveno. Con un denominatore comune, quello di essere padroni delle grandi salite realizzando imprese eroiche. Pantani veniva qui ad allenarsi, “Non mi servono altre salite, il Carpegna mi basta”, diceva in una nota intervista all’apice della carriera, parlando della ascesa che oggi è stata il punto chiave del tappone alla Tirreno – Adriatico 2022.
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Il Monte Carpegna non è una salita lunga, misurando “solo” sei chilometri, ma le arcigne pendenze fanno davvero male ed è considerata come una delle più dure del Centro Italia. Il “Cippo” arriva fino al 14% di pendenza massima, la media sfiora il 10% ed è molto tecnico da entrambi i versanti. Per questo Marco Pantani arrivava fin quassù da Cesenatico, lambendo la Repubblica di San Marino prima di giungere all’attacco della salita. Come ci ha raccontato questa mattina Giuseppe Martinelli,(qui il video) Pantani ci andava anche quando d’inverno la neve impediva alle auto di proseguire fino alla vetta, ed a volte veniva seguito dal suo storico Direttore Sportivo.
Legato ad un campione come Marco, il nuovo che avanza vede in Tadej Pogacar un leggendario fuoriclasse. Con due Tour, un Lombardia, una Liegi, la Strade Bianche di una settimana fa, lo sloveno ha già un palmares di tutto rispetto, e domani potrà con ogni probabilità essere incoronato per la seconda volta di fila Re dei Due Mari alla Tirreno – Adriatico, cosa che lo porta ad essere indicato come grandissimo favorito alla Sanremo del 19 marzo. Lui glissa su questo, dicendo che “sono due corse diverse, la Classicissima possono vincerla anche i velocisti”, ma quanto stiamo vedendo in questi primi mesi del 2022 ci da più certezze che dubbi sulle sue potenzialità e chance di vittoria.
Pogacar è salito sul Carpegna la prima volta nel gruppetto all’inseguimento di Quinn Simmons, altro giovane di sicuro talento che ha messo in cascina la classifica della Maglia Verde dei GPM, poi da solo, dopo che nel primo giro si era lamentato del ritmo intrapreso dalla Bahrain – Victorious definendolo “pericoloso”, soffrendo il freddo sulla salita dura ed innevata. Poi ha lasciato tutti lì, dominando la tornata conclusiva ed ipotecando la classifica finale, rifilando distacchi abissali, a partire da Remco Evenepoel, il grande sconfitto di giornata. E comunque, la squadra di Bilbao, Landa e Caruso ha condotto una prova egregia in una giornata davvero dura dal punto di vista anche climatico per le temperature rigide lungo tutto il percorso, a volte vicine allo zero, e non è stato raro vedere alcuni corridori impegnati nel riscaldarsi le mani evitando anche possibili congelamenti.
E domani a San Benedetto del Tronto, al termine della “inedita” tappa finale, non più a crono ma in linea, avremo modo di assistere ad una ennesima festa slovena.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata