Un bilancio di 4 medaglie – 1 oro, 2 argenti, 1 bronzo – e tante ottime prestazioni per il presente e per il futuro. Il consuntivo dell’Italia del ciclismo su pista ai Mondiali 2024 non può che essere soddisfacente.
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A trarre le conclusioni su quanto si è visto a Ballerup (Danimarca) ci ha pensato il ct della nazionale italiana su pista, quel Marco Villa che a Radio Anch’io Sport ha iniziato il suo excursus da Elia Viviani, argento nell’Eliminazione: “Ci ha provato fino all’ultimo giro, ha tentennato un po’ a una tornata dal termine. Forse se avesse anticipato Hansen, avrebbe potuto avere una chance in più. Ma è stato anticipato e nei 250 metri finali, quando si è accorto che la pedalata del danese era ancora piena, ha desistito e ha capito che non poteva effettuare il recupero. Ha fatto una bella prova, una bella Eliminazione che mi aveva fatto ben sperare. Bravissimo comunque per l’argento”.
Poi su Viviani ha aggiunto: “Mi ha colpito la professionalità in primis. Si è vista soprattutto quest’anno, a 35 anni ha preparato le Olimpiadi con l’entusiasmo di un 18enne alla prima esperienza. Mi ha stupito molto questa sua preparazione maniacale”.
Sul momento del ciclismo, in generale, Villa ha detto: “Guardo sempre il bicchiere mezzo pieno. Adesso è un ciclismo più difficile, prima era dominato da 4-5 nazioni. Ora il ciclismo si è aperto ad altre nazioni, si sono un po’ accorciate le occasioni per vincere per tutte le nazioni che prima dominavano. È vero che da tempo non vinciamo i Mondiali su strada, però non è che siamo spariti, basti guardare il terzo posto di Ciccone al Giro di Lombardia, anzi il secondo posto degli umani se consideriamo Pogacar. Ora siamo in tanti che dobbiamo dividerci le fette della torta”.
Bilancio generale sul Mondiale di ciclismo su pista dell’Italia: “Abbiamo fatto un bel Mondiale, mi dispiace per la caduta del quartetto dove si poteva andare a medaglia, a un giro e mezzo dalla fine eravamo in tabella per il terzo posto. Ma sono contento anche dei quarti posti”.
Infine su Filippo Ganna e le sue prossime stagioni: “Dopo le Olimpiadi parte un quadriennio nuovo ed è giusto che almeno per i primi due anni dove non c’è di mezzo alla qualifica olimpica, si dedichi più alla strada, ma lui a volte viene in pista per preparare la strada. Certamente punterà molto alla strada”.
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Urbino: La Città Rinascimentale Ideale per i CicloturistiA cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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