Reduce da un grande 2019, Fausto Masnada era approdato alla CCC con grandi ambizioni per questa nuova annata. In questi giorni il bergamasco si trova in altura per ripartire e dare il massimo come suo solito.
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Il suo racconto inizia dalle prime corse con la nuova maglia: “La stagione era partita nel migliore dei modi, dopo il ritiro invernale con la squadra. Ho corso il Tour de la Provence e il Tour des Alpes et du Var dove ho ottenuto buoni piazzamenti ma poi tutto si è fermato. Ho cercato di passare questi mesi di lockdown evitando eccessivo stress e continuando a rimanere concentrato. Per fortuna non sono stato toccato personalmente a livello familiare, ma avendo trascorso una parte di quarantena a Bergamo posso dire che è stato surreale quello che si è vissuto in quei giorni”.
Come hai passato gli ultimi mesi in assenza di corse?
“A metà giugno ho continuato con l’attività costante sui rulli senza strafare. Appena abbiamo avuto il via libera per andare su strada ho cercato prima di tutto di riadattarmi. Ora sono qui a Livigno per prepararmi a una stagione davvero intensa”.
Un’annata anomala. Secondo te, quali potrebbero essere le differenze più significative rispetto alle stagioni passate?
“Il livello delle corse è sempre alto ma, vista anche la concentrazione delle gare in tre mesi, ritengo che ci potrebbe essere un’andatura più elevata e più nervosismo in gruppo. Probabilmente vedremo gli uomini migliori prendere il via al Tour de France. Penso che tutti arriveranno alle competizioni al top della forma, salvo aver sbagliato la preparazione”.
Hai già programmato i prossimi mesi di gara con il team?
“La CCC mi ha sempre dato la possibilità di scegliere il calendario e questo vuol dire che la squadra crede molto in me. Per i Grandi Giri siamo parecchi scalatori, su tutti Zakarin che punterà al Tour de France. Mi piacerebbe sì essere alla corsa francese ma penso che potrei avere più libertà in corsa al Giro d’Italia”.
Il tuo percorso da professionista ti sta portando a diventare un corridore da Grandi Giri?
“Sto lavorando sempre di più per competere nelle corse a tappe. La direzione è quella e mi sento di essere sempre più predisposto. Sarebbe gratificante oltre alla vittoria di tappa, ottenere una top ten nella classifica generale di un Grande Giro”.
Ripensi a volte al tuo percorso passato anche per migliorare e per porti nuovi obiettivi?
“Se non avessi fatto alcuni piccoli errori banali da giovane penso che sarei potuto passare prima professionista, dall’altra parte non ci penso perché so di essere maturato e spero di poter dare molto anche nei prossimi anni. Il prossimo obbiettivo e sogno è quello di centrare un podio al Lombardia, la gara di casa e vincere almeno una tappa al Tour de France e alla Vuelta”.