Siamo sempre più vicini a riaccogliere le grandi corse di un giorno nel ciclismo internazionale. Mancano solo tre giorni alla Milano-Sanremo, giunta all’edizione numero 114 della propria storia e che cerca il successore di Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), vincitore un po’ a sorpresa lo scorso anno.
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Una gara lunghissima, di 294 chilometri, che fiaccherà la resistenza dei corridori a stare così a lungo in sella ad una bicicletta. Bisogna attendere metà percorso per la prima vera e propria difficoltà altimetrica, il celebre Passo del Turchino. Due chilometri che rimangono sempre attorno al 4-5%, gli ultimi 400 metri diventano più tosti toccando l’8%, arriverà qui la primissima scrematura in gruppo.
Dopo qualche saliscendi dopo il Turchino, c’è un lungo tratto agevole fino al trittico di Capi in rapida successione tra il chilometro 241 ed il 255. Con il Capo Mele si va su regolare, così come il Capo Cervo, ma sarà il Capo Berta a provocare più grattacapi: 1600 metri tra il 6 e l’8%, chi non avrà più gambe rischia di perdere il treno già a questo punto.
E poi, sarà il momento del gran finale, con Cipressa e Poggio che faranno da trampolini per chi vuole evitare l’arrivo allo sprint. Entrambe salite non terribili, ma che arrivano al termine di una corsa infinita, con le energie al lumicino. E può bastare davvero poco per mettere in crisi gli avversari. Dallo scollinamento del Poggio mancheranno cinque chilometri e mezzo, con la discesa che lancia verso Via Roma, spesso decisiva. Chiedere a Matej Mohoric.
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