Pronti a pedalare in Turkmenistan? Probabilmente sì. Tutto nasce da una vicenda resa nota da Marco Bonarrigo, collega del Corriere della Sera, insieme ad altri articoli pubblicati da Cyclingtips e Bicitv. Andiamo con ordine: monsieur David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, ha conferito l’Ordine al merito del ciclismo mondiale a Gurbanguly Berdimuhamedov, presidente della Repubblica del Turkmenistan e considerato un dittatore.
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Il capo della nazione che si affaccia sul Mar Caspio ha quindi ricevuto la massima onorificenza rilasciata dall’ente che governa il ciclismo mondiale, mai assegnata prima a nessuno, per intenderci nemmeno Eddy Merckx, considerato il più grande ciclista della storia, l’ha mai ricevuta. L’assegnazione del riconoscimento è avvenuta “per i grandi meriti nella diffusione del ciclismo in Turkmenistan”.
In questa nazione esiste un importante velodromo, quello di Ashgabat, che ospiterà i mondiali del 2021, ma al di là di questa struttura il ciclismo in quella nazione stenta davvero a decollare. I numeri sono tutt’altro che incoraggianti, e ad oggi non si può parlare di ciclismo come sport principale in Turkmenistan.
Viene comunque da ipotizzare che, dopo il mondiale su pista, il Turkmenistan voglia organizzare un’edizione dei mondiali di ciclismo su strada. Probabilmente, questa scelta di assegnare il riconoscimento a Berdimuhamedov potrebbe spingere a pensare che il mondiale del 2026 possa essere assegnato alla nazione asiatica, anche se negli ultimi mesi si era parlato anche della possibilità che possano svolgersi in Africa.