Filippo Ganna ha scritto un’altra meravigliosa pagina nel romanzo della sua leggendaria carriera. Con una rimonta al limite dell’umano, il fenomeno azzurro ha battuto il britannico Dan Bigham nella finale dell’inseguimento individuale, laureandosi Campione del Mondo nella Commonwealth Arena and Sir Chris Hoy Velodrome di Glasgow in Scozia.
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Il verbanese ha stampato un tempo eccezionale di 4:01.976, a soli due secondi dal suo record del mondo fatto segnare lo scorso anno. Per lui si tratta dunque del sesto titolo mondiale nella specialità, cifra che consolida sempre di più il suo status come miglior inseguitore di sempre. Basti pensare che il secondo nella classifica all-time dei titoli iridati è il britannico Hugh Porter, fermo a quattro affermazioni.
Quello che ha però dell’incredibile è il modo in cui Ganna è riuscito a prendersi il titolo iridato. L’azzurro non è certo nuovo a partenze “controllate” e finali devastanti, ma oggi ha portato questa strategia di gara al suo estremo, rischiando grosso di dover cedere al britannico, suo amico e “collega” in INEOS (Bigham lavora nel team di ingegneri della squadra britannica).
Al primo chilometro Ganna era infatti dietro di 7 decimi, un distacco che non poteva certo preoccuparlo. Poi ai 2000 metri il gap in favore del britannico era esattamente raddoppiato, salendo a 1”470. Un brivido ha percorso la schiena degli appassionati azzurri quando il cronometro ai 3 km diceva che Ganna era indietro di oltre due secondi.
Da lì è partita la clamorosa rimonta di “Top Ganna”:rosicchiato prima un decimo, poi due, poi ancora qualcosa fino ad arrivare agli ultimi 500 metri con un distacco di 1”700. Un ritardo incolmabile per chiunque, ma non per lui. 7 decimi recuperati nel penultimo giro ed ultima tornata ogni oltre limite umano per recuperare il secondo che mancava.Sul traguardo il vantaggio dell’azzurro sarà di appena 54 millesimi, quanto basta per scrivere la storia.
La finale per il terzo posto ha visto Jonathan Milan dominare dal primo all’ultimo metro, contro un Ivo Oliveira non in grado di ripetersi sui livelli della qualificazione mattutina. Il friulano era già in vantaggio dopo i primi mille metri, mentre a metà gara il suo margine era cresciuto fino a 1”765. Distacco lievitato fino a 2”119 al terzo km, per poi chiudere con un tempo di 4:05.868, quasi tre secondi meglio del portoghese.
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