E’ arrivata oggi la richiesta di archiviazione del procedimento contro gli indagati nella manifestazione ciclistica di Molino de’ Torti, in provincia di Alessandria, divenuta tristemente famosa al grande pubblico per la morte di Giovanni Iannelli, corridore che difendeva i colori della Hato Team Green Beer. Lo sfortunato ragazzo è andato a sbattere contro un pilone di cemento a circa 160 km dal traguardo, come riportato negli atti depositati in procura.
La tua VACANZA in bici
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Training Camp Spagna Costa Blanca
Scopri di più
A questo proposito, il procuratore di Alessandria che sta seguendo il caso ha riportato le motivazioni che hanno spinto alla richiesta di archiviazione del caso. Nei documenti si legge: “Le cadute sono comuni nel ciclismo su strada e rappresentano un rischio accertato dagli atleti al momento di disputare ogni gara”.
Sempre secondo gli atti, la richiesta di archiviazione sarebbe derivata dal fatto che la manovra di Giovanni Iannelli sarebbe stata azzardata: l’incidente è avvenuto sul rettilineo conclusivo, con il gruppo che andava a 60 km/h. Diversi testimoni oculari hanno testimoniato che il giovane corridore avrebbe cercato di transitare in uno spazio molto stretto.
La zona transennata al traguardo è stata effettivamente inferiore a quella richiesta da regolamento, sulla base di quanto dichiarato da alcuni direttori di corsa che hanno affermato la propria opinione davanti alla Corte, secondo la quale, però, visto che la corsa si disputava da 86 anni, sempre sullo stesso circuito di 6 km da ripetere più volte, e non vi erano mai stati altri incidenti prima, non è possibile rilevare una pericolosità del tracciato da questo dato. La Corte ha fatto leva sul fatto che durante la riunione tecnica prima della gara nessuno aveva alzato sospetti sulla possibilità che il percorso potesse essere pericoloso.