Nato ciclocrossista e stradista, Tom Pidcock ha, però, trovato il suo vero terreno d’elezione nel cross country.
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Il giovanissimo fuoriclasse britannico è salito su una bicicletta con le ruote grasse, per la prima volta, solo l’anno scorso. In poco tempo, però, Pidcock ha conquistato prima il titolo iridato U23, poi una prova di Coppa del Mondo Elite, a Nove Mesto, e, ora, l’alloro più ambito in assoluto, vale a dire l’oro olimpico.
Pidcock, che in questo 2021 ha vinto anche la Freccia del Brabante, è arrivato secondo, per un soffio, all’Amstel Gold Race e ha sfiorato il podio ai Mondiali di ciclocross, ovviamente, non dimentica i suoi primi amori. Tra poco più di due settimane, infatti, l’enfant prodige britannico farà il suo esordio in un grande giro alla Vuelta a España. Tom, sulla carta, dovrebbe correre in supporto a Egan Bernal e Adam Yates, ma potrebbe anche levarsi le sue soddisfazioni.
Il giovanissimo britannico, peraltro, rispetto ai due Dioscuri del ciclocross Mathieu van der Poel e Wout Van Aert, è più portato per quanto concerne le salite lunghe. Pidcock è molto più piccolo e leggero dei rivali appena menzionati. Non a caso, nel ciclocross, ad oggi, rappresenta una minaccia per i sopraccitati solo nei tracciati più duri. Nel cross country, però, ove i percorsi sono pieni zeppi di aspre erte, i valori tra lui e van der Poel sono ribaltati.
Su strada, Tom Pidcock ha conquistato il Giro d’Italia U23 2020, nel cui tracciato erano presenti salite come Mortirolo e Monte Spluga, e già nel 2019, al Tour Alsace, si era imposto su un’ascesa decisamente impegnativa come la Planche des Belles Filles. Il britannico, in sostanza, va forte su erte di ogni tipo. Inoltre, Pidcock se la cava egregiamente anche a cronometro, tanto che ha vinto un titolo mondiale, nel 2017, tra gli juniores. Se non dovesse avere problemi a reggere le tre settimane, Tom, nel futuro prossimo, potrebbe tranquillamente conquistare un grande giro.
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