A 36 anni, le motivazioni di Vincenzo Nibali sono ancora altissime. “Smettere? Non ci penso. Quando lo farò, sarà una mia scelta. Per adesso pensiamo alla stagione che sta per iniziare”. E sarà una stagione davvero ricca di appuntamenti per lo Squalo dello Stretto, che affronterà il Giro d’Italia, il Tour de France e i Giochi Olimpici.
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“Prenderò parte al Tour de France non con l’ambizione di fare un buon piazzamento in classifica generale ma concentrandomi sulla prova olimpica di Tokyo. Penso che il Tour possa essere un’ottima gara per preparare l’assalto alla medaglia olimpica, anche quest’anno tutti i corridori che si sono maggiormente distinti al mondiale sono usciti dal Tour”.
Al Giro d’Italia, invece, vedremo un Vincenzo Nibali che tenterà di conquistare la maglia rosa: “Vengo da un’annata molto deludente, era da circa 10 anni che non mi ritrovavo con zero titoli in stagione. Credo che questo numero dica tutto. E’ un peccato, perché prima del lockdown le cose giravano bene, ma poi ci ha remato tutto contro: Ciccone ha avuto il Covid, Brambilla un infortunio. Insomma, le cose non sono andate bene. Ma adesso ricominciamo con nuovi obiettivi e tanti appuntamenti, partecipare al Giro è sempre uno stimolo importante, soprattutto quando hai uno sponsor come Segafredo. Questo ci spinge a correre con grande ambizioni il Giro, non a caso ci saranno anche Giulio Ciccone e Bauke Mollema”.
Vincenzo cercherà quindi il riscatto olimpico dopo che a Rio 2016 cadde a 11 km dal traguardo. Un sogno andato in frantumi quando il siciliano sembrava davvero essere in gradi di conquistare una medaglia olimpica: “Ci ho pensato a lungo a quella caduta, sappiamo tutti come sarebbero potute andare le cose, ma purtroppo anche quello fa parte del gioco. Ho riportato la frattura della clavicola, è stata una caduta davvero brutta. Per queste Olimpiadi vedremo come andrà l’avvicinamento alla corsa”.
In questo ritiro della Trek-Segafredo, Nibali è in stanza con un giovane di grandissime speranze, Antonio Tiberi, campione del mondo a cronometro tra gli Juniores nel 2019. Un titolo arrivato nonostante il guasto alla catena sulla pedana di partenza: una delle favole più belle dello sport azzurro. “Lui è molto più cronoman di me, quindi ha una grande potenza, è un corridore che deve ancora crescere e deve capire lui stesso dove può arrivare. Essere in questo team gli servirà tantissimo per emergere. E’ in camera con me, è stata una cosa decisa dai tecnici, e mi fa sicuramente piacere“.
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