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NIBALI: “BRAVO CARAPAZ, HA SAPUTO COGLIERE I MOMENTI GIUSTI. SICUREZZA? SPERO CHE LE SALITE VENGANO TRANSENNATE” 


Quando Vincenzo Nibali torna al bus del Team Bahrain Merida viene accolto da un boato. Il pubblico è tutto per lui. Il siciliano sta per conquistare il suo sesto piazzamento sul podio al Giro d’Italia: oltre alle due vittorie, nel 2013 e nel 2016, Vincenzo ha ottenuto il terzo posto nel 2010, il secondo nel 2011 e il terzo nel 2017. Senza calcolare, nei grandi giri, la vittoria del Tour de France 2014, una vittoria della Vuelta e due secondi posti nella corsa spagnola. In totale, considerando che le vittorie, Nibali è salito sul podio finale dei grandi giri per 10 volte. Domani sarebbe l’undicesima, se nella cronometro di Verona andrà tutto bene. 

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Nibali spiega: “Ci ho provato fino alla fine, ma con un Landa così in forma e con un Carapaz così forte non era facile. La salita finale era dura, ma la Movistar è stata molto solida oggi, anche prima dell’ultima salita c’erano 4 di loro davanti a tirare, quindi sono stati davvero molto forti. E’ stata fatta un’andatura fortissima sul Manghen, ho scollinato in ritardo ma ero tranquillo perché c’era una discesa lunga e sapevo di poter rientrare”. 

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Nibali non ha rimpianti per come sia andato questo Giro d’Italia: “Ho corso sempre all’attacco, Carapaz è stato molto bravo perché ha saputo cogliere nel segno, ha colto i momenti giusti. Tanti a Courmayeur ci hanno criticato perché lo abbiamo lasciato andare, in realtà noi avevamo fatto un attacco forte e nel finale le gambe erano quelle, Carapaz aveva più forza e quindi ha attaccato. E poi ha giocato anche sull’effetto sorpresa: quanti avrebbero pensato a un Carapaz così forte? Con Landa c’è stato un gesto di stima dopo il traguardo, lui mi ha detto che mi vedeva da casa quando doveva ancora passare professionista”. 

In realtà, per Nibali, la corsa è stata dura fin dai primi chilometri: “Quando ho forato sulla prima salita, mio fratello Antonio mi ha passato una ruota e ho faticato tanto per rientrare, il Manghen è stato fatto a un ritmo davvero altissimo”. 

Infine, è inevitabile una riflessione sulla sicurezza dei corridori dopo l’incidente occorso a Miguel Angel Lopez: “E’ successo anche a me al Tour de France dello scorso anno. I tifosi vengono a seguirci a bordo strada dalla sera prima della corsa, ma penso che i percorsi debbano essere messi in sicurezza. 6 km di salita non sono difficili da transennare, secondo me. Non voglio entrare nel lavoro dell’organizzazione del Giro d’Italia, ma a noi corridori viene chiesto sempre tanto, noi dal canto nostro chiediamo solo sicurezza”.

 

Da Croce d’Aune, Carlo Gugliotta per InBici Magazine 

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