Nell’ultimo giorno di riposo del Giro d’Italia 2019, Vincenzo Nibali ha parlato alla stampa in una conferenza stampa che si è tenuta presso l’hotel nel quale è ospite il Team Bahrain Merida. Lo Squalo dello Stretto ha affermato: “Non sono solito sbilanciarmi e dire quello che farò nei prossimi giorni, ma quello che cercherò di fare è vincere. Bisogna però avere sempre una condizione perfetta. Questa seconda settimana di gara è stata molto dura, abbiamo provato tante volte ad attaccare e il livello è altissimo, tutti noi uomini di classifica siamo nella medesima condizione di forma”.
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Quest’anno, la corsa rosa si chiuderà con una cronometro: “Sinceramente, non mi piace molto chiudere un grande giro con una prova contro il tempo: a volte è decisiva, altre volte no, anche perché arriveremo all’ultima tappa con le fatiche accumulate nelle gambe. Credo che se dovessi presentarmi a Verona con 1’ o 1’30” su Roglic potrei stare tranquillo, ma c’è prima tutta questa settimana da affrontare”.
Nibali è poi tornato sulla polemica di Ceresole Reale, nella quale, a detta di molti, non avrebbe dato la mano a Roglic dopo l’arrivo: “E’ stata una polemica montata ad arte, lui mi ha fatto il gesto del pugno dopo il traguardo ma in quel momento avevo le mani sui freni e non l’ho potuto ricambiare. E comunque, in gara è una cosa, fuori gara è un’altra. Il giorno dopo, a Saint Vincent, ci siamo visti alla partenza e ci siamo salutati senza problemi. Secondo me a Ceresole abbiamo perso entrambi, sia io che lui”.
“Questo è un Giro molto tattico – prosegue Nibali – ci sono tre cronometro e quindi bisogna essere pronti per affrontare queste prove contro il tempo. Il percorso è stato diviso a metà, prima tutta la pianura e poi tutte le salite. Avrei preferito ci fosse qualche salita in più nella prima settimana”.
Infine, una battuta sul caso dell’ammiraglia della Jumbo-Visma, i cui componenti ieri si sono fermati per fare i propri bisogni fisiologici nel momento della caduta di Roglic: “Non deve succedere, e se proprio dovesse succedere spero ci sia mio fratello Antonio al mio fianco, altrimenti Damiano Caruso, visto che ho quasi le sue stesse misure”.
Da Orio al Serio, Davide Pegurri e Carlo Gugliotta per InBici Magazine