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Tour de France 2019 - 106th Edition - 7th stage Belfort - Chalon sur Saone 230 km - 12/07/2019 - Vincenzo Nibali (ITA - Bahrain Merida) - photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2019

NIBALI: “FACILE CRITICARE DAL DIVANO, PROVERO’ A LASCIARE IL SEGNO”


Vincenzo Nibali decide di parlare dopo le due brutte giornate che lo hanno visto protagonista in negativo al Tour de France. Lo Squalo dello Stretto ha preso circa 4 minuti dai migliori nella tappa di Saint Etienne, staccandosi sull’ultimo gran premio della montagna di giornata, mentre ieri, a Brioude, è uscito definitivamente di classifica accusando più di due minuti e mezzo dagli uomini di classifica. In classifica generale, il siciliano ora è 30/o a 8’56” dalla maglia gialla Julian Alaphilippe.

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In un’intervista concessa a Ciro Scognamiglio della Gazzetta dello Sport, Nibali afferma: “Sabato non avevo abbastanza forze, non c’erano le forze necessarie. Per me è molto difficile recuperare le fatiche di un Giro d’Italia in così poco tempo: ci sono corridori che hanno altri tipi di fibre muscolari, io no, lo avevo detto che non avrei potuto fare classifica al Tour dopo un Giro così dispendioso”.

Un corridore dalla mentalità vincente come Nibali non vuole fare solo una comparata in questa corsa: “Non mi sento malissimo, ma mi manca quell’esplosività sugli strappi secchi e duri. L’unico altro corridore che ha fatto un grande Giro d’Italia e che ora è qui a lottare con i migliori è Mikel Landa: gli altri stanno facendo un Tour diverso. Pensate a Ciccone, che ha preso la maglia gialla dopo un’impresa con un Giro d’Italia non corso per la classifica generale”.

Nonostante questo, Nibali è convinto che esistano corridori in grado di correre ad altissimi livelli sia al Giro che al Tour (come del resto hanno dimostrato Dumoulin e Froome lo scorso anno, n.d.r.): “Non dico che sia impossibile l’accoppiata con il Giro d’Italia, ma io l’ho sempre digerita male”. Anche i commenti apparsi sui social network non sono stati ben digeriti dal corridore del Team Bahrain Merida: “Le critiche dei social arrivano da chi non ha idea di cosa significhi fare il professionista. Stare davanti a una tv, bere una Coca Cola e mangiare pop corn è facile. Il ciclismo vero è un’altra cosa”.

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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