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NORMA GIMONDI: “LA FEDERAZIONE DEL FUTURO SARA’ UN GRANDE LAVORO DI SQUADRA”


Pochi giorni fa Norma Gimondi ha ufficializzato la sua discesa in campo alle prossime elezioni per la Federazione Ciclistica Italiana. Già candidata alla presidenza 4 anni fa, la Gimondi sarà al fianco di Silvio Martinello ed è attualmente candidata alla vicepresidenza per il prossimo quadriennio. Nonostante i tanti impegni, la figlia dell’indimenticabile Felice ha trovato qualche minuto per parlare con noi al telefono della sua discesa in campo. 

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Norma Gimondi, quando è arrivata questa decisione?

“Ho avuto un primo contatto con Martinello a febbraio 2020, è venuto in studio da me per un confronto sulla sua candidatura a presidente federale e da lì abbiamo iniziato a sentirci costantemente per parlare di questa situazione che si andava delineando. All’inizio non gli avevo dato la mia disponibilità perché avendo perso mio padre ad agosto 2019 ero avulsa da tutte le incombenze, avevo poi anche i miei impegni professionali, quindi sarebbe stato troppo difficile. Tra di noi è comunque sempre continuato il dialogo dall’incontro di febbraio 2020 fino allo scorso mercoledì, quando con Silvio ci siamo parlati e gli ho comunicato la mia volontà di scendere in campo, accettando la sua proposta di candidarmi alla vicepresidenza. Siamo entrambi felici, si è creata una grande sintonia tra di noi non solo a livello professionale ma anche umano”. 

Ha visto dei cambiamenti in Federazione nel corso di questi ultimi quattro anni?

“Grandi cambiamenti non ne ho visti, devo dare atto al fatto che Renato Di Rocco ha saputo gestire bene l’emergenza Covid-19, e non era facile. Inoltre, do il merito al presidente di aver organizzato i mondiali di Imola, che sono stati un bel ritorno di immagine per il nostro Paese. Sotto altri profili le cose sono state portate avanti nello stesso modo rispetto al passato, quindi non ho visto grandi cambiamenti: c’è sempre più divario tra il potere centrale e il territorio, è una Federazione lontana dalle realtà locali. Inoltre, non ci sono state deleghe ai consiglieri”. 

Che ricordo ha dell’esperienza di quattro anni fa?

“E’ stata un’esperienza gratificante. Non ho vinto ma sono riuscita a conoscere degli aspetti del ciclismo che non avevo toccato, erano aspetti che avevo studiato ma sul campo è tutto diverso, quindi quell’esperienza mi ha formato molto a livello professionale e umano. Ho vissuto un discorso di squadra, dove un uomo solo al comando non va da nessuna parte, ma ci devono essere persone con cui ci sia schiettezza e volontà di fare qualcosa di costruttivo. Quell’esperienza me la porto ancora adesso come qualcosa di prezioso, sia per le persone conosciute che per l’esperienza personale”.

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Qual è il messaggio che vuole lanciare?

“Il messaggio che vogliamo lanciare io e Silvio è che la nuova Federazione, secondo il nostro punto di vista, dovrà essere una vera e propria squadra. Il presidente sarà il grande coordinatore di una macchina che avrà delle persone di fiducia al proprio fianco, con delle competenze importanti. Ci vogliono anche competenze diverse, tante figure in più che devono collaborare per migliorare l’ambiente”.

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