Approdato alla Circus-Wanty Gobert, Simone Petilli era pronto a un programma di gare intenso per i primi mesi di questo 2020. Se in passato a volte la sfortuna l’ha fermato, questa volta è toccato al Covid interpretare la parte dell’antipatico antagonista.
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Il classe ’93 racconta la quotidianità nelle settimane di lockdown: “Un periodo strano perché avevo iniziato bene anche se non come mi aspettavo. Avevamo pianificato di correre il più possibile nei primi mesi della stagione e invece poi siamo stati obbligati a stare a casa. Nonostante il lungo periodo sui rulli ho cercato di farmi trovare pronto. Una volta tornato ad allenarmi in strada, avendo anche centellinato il lavoro nel periodo di lockdown per evitare lo stress, ho avuto da subito buone sensazioni”.
Come ti sei ambientato nella nuova squadra?
“Ho trovato un grande gruppo. Nel ritiro invernale, dove siamo andati senza bici per conoscerci, ho constatato un bellissimo clima. Nonostante sia una squadra belga mi sono inserito immediatamente, un po’ grazie anche a Andrea Pasqualon, unico altro italiano nel team. Da parte della Circus-Wanty Gobert inoltre ho avuto piena fiducia e spero di ripagarli”.
Hai già concordato con la squadra le tue prossime gare?
“Non abbiamo ancora definito nel dettaglio i programmi ma ho già parlato con il direttore sportivo. Ci sono due possibilità per me, ho correre le corse italiane oppure quelle in Francia che si adattano alle mie caratteristiche. Da italiano mi piacerebbe essere alle Strade Bianche e alle corse in patria, però dall’altra parte sono pronto a correre in base alle esigenze del team”.
Cosa pensi del calendario fitto che vi attenderà?
“Era importantissimo per il movimento ciclistico cercare di recuperare il maggior numero di corse. L’unica possibilità era concentrarle nei prossimi tre mesi. Sarà importantissimo farsi trovare pronti! Una volta ripresa la stagione ci sarà tempo solo per correre e recuperare. Alcuni corridori che non sono riusciti a esprimersi al meglio in passato magari potrebbero cogliere quest’occasione per mettersi in luce”.
Quale corsa o quale obiettivo ti sei posto per il proseguo della tua carriera?
“Quando sono passato professionista c’erano molte aspettative nei miei confronti e avevo buone ambizioni. Oggi, dopo anche la sfortuna e le cadute, voglio pensare con calma a ogni singola stagione. Il primo obiettivo sarà togliere lo zero dalla casella delle vittorie e da li in poi un passo alla volta vedere fin dove posso arrivare. Il Lombardia rimane il mio sogno. Un conto in sospeso con la gara di casa e spero che la ruota della fortuna giri anche per me”.