Negli ultimi giorni, i titoli e le domande si sono spostati dalla minuzia della corsa verso un quadro più ampio. Negli ultimi 25 anni, nel bene o nel male, la maglia gialla del Tour è stata consierata come un barometro dell’integrità del gruppo in generale. Prima o poi, durante le tre settimane, i riflettori finiscono per concentrarsi proprio su questo aspetto.
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Il titolo de L’Équipe di mercoledì mattina recitava: “Un dominio che solleva domande”, a tre giorni dalla caduta del record di Marco Pantani sulla Plateau de Beille, battuto da Pogačar di circa 3 minuti e 40 secondi. Tra le domande, c’è anche l’utilizzo del respiratore a ricircolo di monossido di carbonio, che Pogačar aveva cercato di liquidare con ironia il giorno precedente. Secondo il sito Escape Collective, anche le squadre UAE Team Emirates, Visma-Lease a Bike e Israel Premier Tech hanno utilizzato questa attrezzatura, pur affermando che è stata usata solo a scopo di test per “ottimizzare” l’allenamento in altura. Questa pratica non è vietata dall’WADA.
Come segnalato da cyclingnews.com, quando gli è stato chiesto se la sua squadra UAE avesse già confermato l’uso di questa attrezzatura, Pogačar ha risposto: “Ieri non ho capito bene la domanda. Non era una domanda posta in questo modo.”
Ha poi spiegato: “È un test durante il ritiro in altura per vedere come si risponde all’altitudine. Devi fare questo test, è un test di 2-3 minuti. Respiri in un palloncino per un minuto e poi vedi la massa di emoglobina, e poi devi ripeterlo due settimane dopo.”
Tuttavia, Pogačar ha ammesso: “Ho fatto solo la prima parte del test. Non ho mai fatto la seconda parte perché la ragazza che avrebbe dovuto venire dopo due settimane non è venuta. Non è che respiriamo tubi di scarico ogni giorno nelle macchine. È solo un test abbastanza semplice per vedere come si risponde all’allenamento in altura.”
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Urbino: La Città Rinascimentale Ideale per i CicloturistiA cura della redazione di Inbici News24
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