I velocisti al Giro d’Italia stanno esprimendo preoccupazioni riguardo ai pericoli delle sprint in discesa, con Phil Bauhaus che ha manifestato il suo disagio per la corsa ad alta velocità verso il traguardo utilizzando una corona da 58t. Ha dichiarato: “Sono felice di essere vivo. Non sono un fan di un arrivo come quello di oggi.”
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Nella discesa ad alta velocità di martedì, i velocisti sono stati felici di evitare guai quando Jonathan Milan ha raggiunto i 75 km/h nella folle corsa verso il traguardo.
Le arrivate di gruppo in qualsiasi gara sono sempre soggette a cadute, ammassi e pericoli, ma la quarta tappa al Giro ha visto il gruppo scendere a Capo Mele con venti favorevoli che spingevano il gruppo lungo la Riviera italiana.
“Sono solo felice di essere ancora vivo,” ha detto Tim Melier (Soudal Quick-Step), vincitore della volata di lunedì. “Ho visto i corridori spalla a spalla e eravamo quasi sopra le barriere. Con la grande velocità, Milan con un grande ingranaggio, per un momento ho pensato di poter vincere, ma era un po’ troppo lontano. Era un po’ troppo pericoloso.Questo è lo sport, e fa parte del mio lavoro.”
I velocisti potrebbero aver minimizzato i pericoli, ma tutti erano felici che fossero tutti arrivati in un pezzo solo al traguardo.
Le sezioni finali del percorso erano disseminate di rotonde, strade strette, auto parcheggiate lungo la strada e un finale in cui le squadre hanno steso asfalto fresco poche ore prima che il gruppo entrasse ad Andora.
“Per essere onesto, non sono un fan di un arrivo come quello di oggi. Scendiamo a più di 80 chilometri all’ora con tutto il plotone. Non è necessario, vero?” ha detto Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) su Eurosport. “Per me è più importante che tutti siano rimasti diritti piuttosto che qualsiasi risultato.
“Prendiamo tutti molti rischi, perché ogni squadra ha bisogno di risultati. E so anche che gli sprint a gruppo sono sempre pericolosi, ma farlo in discesa?” ha detto Bauhaus, terzo nella tappa. “Avevo una corona da 58 denti. Il mio meccanico ha detto che in 26 anni non aveva mai montato una marcia del genere su una bici. Non so se dovremmo farlo in questo modo.”
I commenti arrivano in una stagione segnata da costosi incidenti in diverse gare, e c’è stata una crescente pressione sugli organizzatori per migliorare la sicurezza.
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Arabba: La Perla delle Dolomiti per il CicloturismoA cura della redazione di Inbici News24
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