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Diego Ronchini

RITRATTI. IL “CAMPIONE D’AUTUNNO”


L’imolese Diego Ronchini, diventato celebre per una fuga leggendaria con Fausto Coppi al Giro di Lombardia, fu uno dei corridori più forti degli anni ’50. La sua caratteristica? Vinceva solo dopo l’estate…

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Tra gli atleti più combattivi che la Romagna ha regalato al ciclismo c’è sicuramente l’imolese Diego Ronchini, di cui Dino Pieri traccia un ritratto appassionante nel libro “La Romagna del pedale”.

Corridore capace di primeggiare sia come passista che come scalatore, Ronchini inizia la sua carriera a 18 anni, quando, dopo alcuni brillanti successi nella categoria Allievi, lascia il lavoro da apprendista falegname per dedicarsi interamente alla bicicletta. Dopo aver sfiorato la maglia azzurra ai mondiali di Frascati nel 1955, l’anno successivo ottiene ben quindici vittorie e conquista l’ambita “Ruota d’Oro”, battendo i più forti dilettanti italiani.

Il 21 ottobre è protagonista, insieme all’intramontabile Coppi, di un’entusiasmante fuga di 50 chilometri al Giro della Lombardia; al traguardo è 9°, ma nessuno dubita delle sue grandi qualità. Il 1956 è anche l’anno dell’esordio tra i professionisti nelle file della “Bianchi”, con la quale l’anno dopo partecipa al suo primo Giro d’Italia. L’esperienza non è delle più brillanti: Ronchini è costretto al ritiro nella tappa d’apertura, a causa di una colica addominale. Il riscatto, però, è dietro l’angolo: il 20 ottobre di quell’anno, sotto la pioggia, è autore di un’irresistibile fuga al Giro di Lombardia, che lo consacra vincitore della corsa e recordman del tracciato.

Nasce in questa occasione la leggenda del “campione d’autunno”, del ciclista capace di sfoderare l’asso dalla manica al cadere delle prime foglie, dopo un anno in sordina. Anche nel 1958, dopo un Giro deludente, la vittoria più bella arriva in questa stagione: in ottobre, al Giro dell’Emilia, si alza sui pedali a 140 chilometri dall’arrivo e al traguardo precede il compagno di squadra Noè Conti. Nel 1959 il campione imolese si mostra più regolare, conquistando il 3° posto al Giro e aggiudicandosi, nella stagione preferita, il Giro del Lazio, prova unica del campionato italiano: è la sesta volta che un romagnolo indossa la maglia tricolore. Dopo undici mesi di digiuno, nel 1960 Ronchini vince il Giro del Veneto e il Trofeo Baracchi in coppia con Venturelli, ma il suo obiettivo è correre un Giro da protagonista.

Ci riesce nel 1963: dopo un buon avvio, all’arrivo di Pescara riesce a indossare per la prima volta la maglia rosa. Il suo sogno è riuscire a restare in testa fino al passaggio in Romagna, davanti ai suoi tifosi. Non solo Ronchini passa da Imola in rosa, ma si mantiene primo in classifica fino alla salita del Sempione. Non domo, torna primo nella cronometro di Treviso, che si svolge senza i clamori e i festeggiamenti tipici del passaggio del Giro, a causa della morte di papa Giovanni XXIII: la maglia rosa gli viene consegnata in albergo. Il corridore imolese al termine della corsa è quinto.

L’ultima sua vittoria è al Giro della Provincia di Reggio Calabria nel 1964; nel 1966 un grave incidente in allenamento lo costringe al ritiro, dopo una carriera di buoni successi e battaglie non sempre fortunate, ma comunque esaltanti.

a cura della redazione -Copyright©INBICI MAGAZINE

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