Abbiamo assistito a un duplice spettacolo nella giornata di ieri. Da una parte l’apoteosi di Mathieu van der Poel alla Tirreno-Adriatico, un capolavoro di forza che lo ha portato a vincere la tappa dei muri dopo un’azione lunga 50 km, una cavalcata solitaria bellissima che resterà a lungo nella memoria degli appassionati di questo sport.
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Nell’altra corsa che si stava svolgendo in Francia, alla Parigi-Nizza, abbiamo invece assistito alla seconda debacle di Primoz Roglic. Il ciclismo è anche questo: un giorno stai vincendo, sei il padrone assoluto della corsa e indossi la maglia gialla con tre vittorie di tappa all’attivo. Poi cadi due volte, e perdi la leadership.
Il ciclismo è questo: puoi vincere e puoi perdere. Primoz Roglic lo sa bene: “Sono stato sconfitto, ma il mondo non si ferma”, ha affermato lo sloveno, che non perde mai la propria proverbiale calma olimpica, nemmeno dopo una sconfitta del genere.
Ciò che è accaduto ieri al corridore della Jumbo-Visma ricorda molto quello che è accaduto al Tour de France 2020, quando perse la maglia gialla nella penultima tappa, la cronometro a La Planche des Belles Filles. Anche alla Vuelta, nella penultima frazione, Roglic era sembrato in difficoltà, ma poi è riuscito a vincere la corsa. Probabilmente lo sloveno non sa gestire bene la pressione? Difficile dirlo, così come è difficile sapere se ieri i corridori si possano essere davvero coalizzati contro di lui dopo non aver lasciato la vittoria a Gino Mader nella frazione di sabato, quando lo sloveno si è imposto da vero cannibale.
Mentre Roglic naufragava, van der Poel esaltava sé stesso e tutto il pubblico del ciclismo. Ma dietro ad una cavalcata trionfale come quella di ieri ci sono anche tanti passaggi a vuoto: ricordate, ad esempio, quando van der Poel non riusciva ad esprimersi ad alti livelli alla Strade Bianche o alla Milano-Sanremo dello scorso anno? Mathieu non ha perso la calma, è ripartito ed è tornato a vincere. Anzi, a stravincere. E ad oggi è il favorito numero uno per il trionfo nella Classicissima.
Due immagini a confronto: Roglic e van der Poel. Due facce della stessa medaglia, il ciclismo. Questo sport così duro, così difficile, così crudele e contemporaneamente così bello. Perché questa è la fatica, questa è la dedizione.
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