Da qualche stagione su Peter Sagan si è addensata qualche nube, quelle che – secondo una parte di media – lo vorrebbero ormai sul viale del tramonto, che lo dipingono come un (ex) campione che ha perso lo smalto di un tempo e il magico colpo di pedale.
Certo l’inizio di stagione del tre volte campione del mondo non è stato idilliaco, ma la positività al virus che lo ha colpito qualche settimana fa non ha di certo giovato, anzi.
Sagan però non è un ciclista comune, ha dentro la voglia di rivalsa del campione vero, quella voglia che ti porta sempre a dimostrare, a trovare lo spunto giusto per prendersi quel posto che è suo per discendenza, il posto sul gradino più alto del podio.
Il tre volte campione del mondo ha dimostrato di avere fame di vittoria, un ruggito che mancava dalla tappa di Tortoreto dello scorso Giro d’Italia, anche se alla Sanremo aveva dimostrato di avere la gamba per tornare ad essere Hulk.
Il giorno del riscatto è arrivato Matarò al Giro di Catalunya ed è arrivato in pieno Sagan-style: dopo aver fatto lavorare bene la squadra, Peter si è messo in proprio e, con una volata da campione, ha messo la propria ruota davanti a tutti, lasciandosi dietro Impey e Morano. Perché così fanno i campioni.
Sagan ha poi voluto ringraziare la squadra con un post su Facebook: “Il nostro obiettivo oggi era lottare per una vittoria di tappa, così avevamo pianificato di controllare la gara sin dall’inizio. Ringrazio tutti i miei compagni del team BORA-hansgrohe per l’impegno profuso, grazie al quale abbiamo controllato tutto dall’inizio alla fine. È stata una gara veloce e fantastica oggi.
Sono venuto qui dopo Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, senza pausa e abbiamo avuto sei tappe difficili in giro per la Catalogna, quindi sono un po’ stanco. Sono felice di aver vinto però, è un buon impulso per la stagione e soprattutto dopo quello che ho passato due mesi fa. Non è stato un momento facile, ma ora sembra a posto”.
A cura di M.M. ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine