Dall’ 1 al 5 febbraio andrà in scena in Arabia Saudita il Saudi Tour 2022. Torna quest’anno la corsa nel deserto dopo la cancellazione nel 2021 a causa di complicazioni legate alla pandemia. La corsa si svilupperà su 5 tappe e sarà il punto di inizio della stagione di molti corridori, anche delle 8 squadre World Tour che parteciperanno a questa edizione.
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IL PERCORSO
Come detto percorso di 5 tappe, tutte collocate nel nord del paese, nella zona della città di Al Ula. Almeno 3 delle frazioni dovrebbero essere adatte alle ruote veloci, compresa la prima tappa, un circuito che parte ed arriva a Winter Park. 198km quasi completamente pianeggianti, ma non senza insidie, come un tratto di circa 7,5 km di sterrato quando mancheranno poco più di 20km al traguardo. La seconda tappa, la Taibah University – Abu Rakah misurerà 163,9km e presenta invece un finale più mosso ed abbastanza impegnativo che potrebbe già delineare parzialmente la classifica. Si tornerà alla terra dei velocisti nella terza tappa, partendo da Tayda Hadaj Well e arrivando alla Città Vecchia di Al Ula dopo 181km di sostanziale pianura.
La tappa regina della breve corsa Saudita sarà la quarta tappa. Partenza nuovamente da Winter Park e terreno non particolarmente duro fino all’ascesa finale allo Skyviews di Harrat Uwayrid, una scalata di 4km, quasi sempre in doppia cifra di pendenza, con pichi addirittura al 22%. Gli organizzatori della corsa hanno voluto aggiungere quello che loro stessi hanno paragonato all’Angliru, per dare pregio e motivi di interesse ad una corsa che punta a crescere nel panorama internazionale. Il duro arrivo in salita determinerà la classifica generale, che difficilmente verrà smossa nei 138km dell’ultima tappa, con partenza e arrivo nella Città Vecchia di Al Ula, già visitata nella tappa 3.
I PROTAGONISTI
Come spesso accade, le corse in Medio Oriente di inizio stagione sono ricche di opportunità per i velocisti che vengono qui per ultimare la preparazione in vista delle corse della primavera o per iniziare a inanellare qualche risultato. Tanta la qualità tra gli sprinter presenti al Saudi Tour: su tutti spicca il nome dell’australiano Caleb Ewan. Se in forma, il velocista della Lotto Soudal potrebbe partire come favorito in ognuno degli arrivi in volata. Dovrà vedersela con il colombiano Fernando Gaviria, in forza al Team UAE, l’irlandese della BORA hansgrohe Sam Bennett, l’olandese Dylan Groenewegen, al debutto in maglia Bike Exchange, e con un folto gruppo di velocisti italiani di alto profilo. La DSM potrebbe lavorare interamente per Alberto Dainese, così come farà la Quick-Steph Alpha Vinyl per Davide Ballerini. Davide Cimolai e Simone Consonni si giocheranno le loro chances in maglia Cofidis, così come faranno Jakub Mareczko e Kristian Sbaragli in maglia Alpecin-Fenix.
Più difficile individuare invece un favorito per la classifica generale considerata la natura molto peculiare del tracciato, nel complesso molto semplice, ma con un’unica durissima ascesa. Chi potrebbe provarci è l’azzurro Andrea Bagioli, in forza alla Quick-Step Alpha Vinyl. Il giovane di Sondrio si è reso protagonista di un ottimo finale di 2021 e potrebbe iniziare al meglio questa nuova stagione. Potrebbe anche essere il terreno adatto per due veterani come Rui Costa del Team UAE o Thomas de Gendt della Lotto Soudal se dovessero trovare la giornata di particolare forma. Tra gli altri corridori da tenere d’occhio ci sono il tedesco Lennard Kämna della Bora e il giovane colombiano Santiago Buitrago della Bahrain Victorious.
Tra gli altri italiani in gara ci sarà, in maglia Bahrain Victorious, Jonathan Milan, al rientro sulle strade dopo un 2021 in cui la pista gli ha regalato enormi soddisfazioni, sia nel quartetto che individualmente. La lista continua con Alexander Konychev, atleta della Bike Exchange, e con la coppia Daniel Oss – Niccolò Bonifazio, in forza alla TotalEnergies.
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