Salgono a più di 500 i nomi dei personaggi pubblici che sono stati premiati nella storia del Premio Fedeltà allo Sport, ma per la prima volta i numerosi soci onorari hanno all’unanimità fatto il nome di un presidente del Coni nazionale che, da un sondaggio interno, risulta il più amato e vittorioso di sempre: Giovanni Malagò, da un decennio al vertice del Coni e dello Sport nazionale. Straordinario il lavoro da lui esercitato da successore di Gianni Petrucci.
Malagò è forgiatore di un progetto ambizioso che ha portato lo sport italiano a livelli olimpici mai raggiunti prima nei 110 anni di storia del Coni. Il suo carisma da grande uomo di sport si riflette nel linguaggio forte ed intelligente ma anche coerente nella poliedricità.
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Il suo impegno sportivo ha radici profonde. Da ragazzo praticava il calcio a 5, crescendo ebbe i suoi primi incarichi importanti divenendo nel 1997 presidente del comitato organizzatore per i 50 anni della Ferrari e successivamente presidente del Circolo Canottieri Aniene, società sportiva romana che lo stesso Malagò ha fatto crescere nel tempo dopo esserne stato atleta dal 1985 al 1987. Dal 2019 è anche membro del Comitato Olimpico Internazionale. Tanto per averne un’idea basta dire che l’organismo del Coni vanta 43 Federazioni Sportive, 17 discipline sportive associate ed 8 milioni di tesserati. Il Premio Fedeltà allo Sport è andato in passato anche a 35 campioni olimpici fra i quali Pietro Mennea, Marcel Jacobs, Yuri Chechi e tanti altri che hanno lasciato un segno nel cuore di tutti gli italiani, ma anche a 14 campioni del mondo di ciclismo fra i quali Eddy Merckx, Bernard Hinault, Felice Gimondi e Gianni Bugno.
“Devo ringraziare i numerosi soci onorari che hanno consentito nel tempo di mantenere in vita questo premio-dice l’ideatore ed organizzatore Valter Nieri-ma mai come in questa 24.a edizione un dirigente del Coni era stato così fortemente voluto. A livello istituzionale abbiamo in passato consegnato la sfinge d’oro a presidenti di Federazione come Luciano Nizzola, Renato Di Rocco, Paolo Azzi (attuale presidente della Fis), Stefano Mei ( attuale presidente della Fidal) e nell’edizione di quest’anno per la gioia di tutti gli sportivi al presidente F.C.I. Cordiano Dagnoni, a sua volta il più medagliato nel suo primo biennio di mandato. Quale rappresentante del Coni in passato è stata premiata la due volte campionessa olimpica Diana Bianchedi, attuale presidente della commissione atleti e vice presidente vicario, ma mai un presidente del Coni aveva riscosso così tanti consensi come Giovanni Malagò, che lunedi 5 giugno sarà accolto all’Hotel Country Club di Gragnano-Lucca con una autentica ovazione al momento del suo ingresso in sala”.
IL GRANDE CONTRIBUTO DI IVANO FANINI, PRESIDENTE DI AMORE E VITA
La comunicazione al Coni di Roma della scelta ricaduta sulla consegna della sfinge d’oro all’attuale presidente è stata data da un contatto telefonico fra Ivano Fanini, da sempre socio onorario del Premio, e Fabrizio Marchetti, responsabile dell’Ufficio Comunicazione e Rapporti Media del Coni. Ivano Fanini è il dirigente più vittorioso di sempre nella storia dello sport lucchese ed uno fra i più titolati a livello internazionale, colui che ha fatto conoscere Lucca in tutto il mondo grazie ai suoi atleti che hanno vinto nel tempo 12 titoli mondiali di ciclismo e 70 titoli nazionali nei propri paesi di origine, oltre a 15 tappe del Giro d’Italia.
Fanini si è sempre dimostrato attaccato ai valori dello sport e non è mai mancato alle manifestazioni di un Premio consegnato anche a lui stesso nelle prime edizioni. Fra i soci onorari più attivi ricordiamo Francesco Franceschini, Giovanni Lenci, Angelo Battaglia, Umberto Stefani, Francesco Donati, Antonio Torre, Luca Tronchetti, Renzo Giusti, Gianfranco Guidi, Stefano e Alessandro Zanforlini, Elia Iacopi, Giuseppe Del Chiaro, Carlo Palandri, Pierluigi Poli, Marco Biagini, Mario Guidi ed un grande contributo è stato dato quest’anno da Moreno Scatena.
Il presidente onorario e pluricampione italiano paralimpico Stefano Gori:
“La sfinge d’oro a Giovanni Malagò è più che meritata. Sono stato fra coloro che hanno sostenuto il suo nome e se lo sport italiano è arrivato a questi livelli è grazie al suo impulso ed ai suoi 10 anni di grande conduzione. Vorrei anche ricordare che mai prima d’ora un presidente del Coni nazionale era stato premiato a Lucca”.
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