Nella carovana rosa del Giro d’Italia non poteva mancare il prefetto Roberto Sgalla, membro della direzione Rcs e grande esperto di sicurezza.
Con lui abbiamo parlato della tragedia di Silvia Piccini, la giovane ciclista friulana travolta da un’auto mentre stava allenandosi sulla sua bicicletta: “Oltre trecento ciclisti morti ogni anno in Italia sono numeri semplicemente inaccettabili – spiega Sgalla -. Per fortuna, in questo momento, l’informazione sta facendo la sua parte e, rispetto al passato, si parla molto di più di incidenti stradali, di utenza debole e di politiche sulla sicurezza.
E questo è un fattore molto importante per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a certi temi. Le campagne informative, però, non bastano; bisogna anche agire su quattro direttrici: il primo aspetto è quello normativo. Le statistiche ci dicono che la maggior parte degli incidenti stradali sono provocati dalla distrazione. Troppe volte, quando stiamo guidando, ci facciamo distrarre dal cellulare e non ci accorgiamo dell’utenza debole che ci sta attorno. E’ dunque fondamentale aumentare i controlli ed inasprire le sanzioni per chi si macchia di comportamenti così pericolosi e dissennati. Secondo aspetto: prevedere, in caso di sorpasso, la norma del metro e mezzo di distanza tra vetture e biciclette in modo da scongiurare manovre troppo pericolose.
Terzo punto, introduciamo l’obbligo del casco per tutti i ciclisti, anche per chi utilizza la bicicletta solo per andare al lavoro. Il casco è un dispositivo salvavita che, in molte dinamiche incidentali, traccia la differenza tra la vita e la morte. Ce lo consigliano gli stessi professionisti, molti dei quali ancora vivi proprio grazie al casco. Al quarto punto, infine, ci sono le infrastrutture: le piste ciclabili, troppo spesso, sono pezzi di strade delimitate da strisce bianche. Le ciclabili devono invece essere fatte nel modo giusto e perfettamente raccordate tra loro”.
“Se vogliamo davvero incentivare l’uso della bicicletta – è l’appello di Sgalla – dobbiamo renderla sicura. Se invece continueranno le tragedie, come quella di Silvia Piccini, allora fra qualche anno la gente abbandonerà la smart-mobility e tornerà a privilegiare i mezzi a motori”.
a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata