Un possibile passo avanti, finalmente, verso una svolta “epocale” a favore della campagna che da anni viene promossa dalle istituzioni del ciclismo e dagli atleti, ma mai ufficialmente messa in primo piano dalle autorità politiche nazionali.
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L’onorevole del PD, già Commissario Tecnico della Nazionale Maschile di Pallavolo, ha parlato oggi alla Camera dei Deputati, della proposta di legge che riguarda il metro e mezzo di distanza adeguato al sorpasso di un ciclista da parte di un’autovettura o di un altro mezzo di trasporto. Dopo i tragici fatti del 2017 con vittima Michele Scarponi, e quello di pochi giorni fa con Davide Rebellin, è arrivato il momento in cui anche il Parlamento Italiano si occupi della mattanza che accade ogni giorno sulle strade del Nostro Paese. Una battaglia portata avanti da varie associazioni, tra cui l’ACCPI, il CPA, “Zerosbattiinbici” (creata dall’Avvocato Federico Balconi), “Io Rispetto il Ciclista” di Marco Cavorso, e dalla Fondazione Michele Scarponi.
Così spiega il suo discorso Mauro Berruto, Responsabile dello Sport alla Segreteria Nazionale del PD, per il quale è Deputato: “In media, ogni anno muoiono 225 ciclisti: non solo atleti, anche donne, anziani, ragazzi che vanno e bambini che usano la bicicletta per andare a scuola. Quando va bene, in Italia muore un ciclista ogni due giorni. Cinque anni fa abbiamo pianto Michele Scarponi, recentemente a Davide Rebellin, due grandi campioni del ciclismo italiano.
E poche ore dopo Davide, allo stesso modo un ragazzo di 16 anni, promessa del Padova Calcio, è deceduto nella stessa maniera. E’ stata inviata una lettera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, firmata da molti rappresentanti dello sport, da far richiedere una modifica al Codice della Strada, che sancisca l’obbligo del metro e mezzo nel sorpassare una bicicletta. E’ una regola che esiste già in diversi, altri Paesi europei, centocinquanta centimetri che non solo fanno la differenza tra la vita e la morte, ma che possono far cambiare la cultura di un Paese dove la strada è un campo di battaglia. La strada è di tutti: un ciclista può far perdere cinque minuti ad un automobilista, ma questo, se è distratto, possiede un’arma che può uccidere un ciclista. Onorevoli colleghi, firmiamo questa legge che non ha bandiera, ne colore politico, e non costa un euro. E’ questione di civiltà e rispetto nei confronti di Davide Rebellin, Michele Scarponi e di mille altre vittime. Prima della prossima tragedia”.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata