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SIMEONI PERDONA ARMSTRONG, BASSO PUNTUALIZZA: “IO HO PAGATO”
Image credit: Getty Images Sport

SIMEONI PERDONA ARMSTRONG, BASSO PUNTUALIZZA: “IO HO PAGATO”


Attraverso le colonne del quotidiano Il Giornale, Filippo Simeoni e Ivan Basso hanno avuto modo di rispondere alle parole rilasciate da Lance Armstrong durante il documentario Lance, che in questi giorni sta andando in onda su ESPN. Il documentario non aggiunge nulla di nuovo a quanto già sapevamo sul texano, vincitore di sette Tour de France consecutivi dal 1999 al 2005, poi revocati nel 2012 in seguito allo scandalo doping che ha investito tutta la sua squadra, la US Postal Service, diventata poi Discovery Channel.

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Il primo a rispondere alle dichiarazioni di Armstrong è stato Filippo Simeoni, il quale, dopo molti anni dall’episodio del Tour de France 2004, ha ricevuto una visita di Lance a Sezze, in provincia di Latina, dove l’ex corridore gestisce un bar. “Quello è stato il giorno più brutto della storia di Lance Armstrong. Si corre da Annenasse a Lons-le-Saunier, 166 km di corsa. Una tappa di puro trasferimento, adatta ai velocisti o a chi, come il sottoscritto, andava alla ricerca di una giornata di gloria […] Ma Lance mi si mette a ruota. ‘Bravo Simeoni, bel numero’, mi dice il texano per sfottermi. Poi va a parlottare con Garcia Acosta, che è il corridore più esperto di quelli in fuga. In pratica la maglia gialla gli spiega che la nostra fuga è segnata: se c’è Simeoni, la fuga non va in porto. Insomma, si comporta da padrone assoluto, non solo del Tour, ma del ciclismo tutto. Ora è arrivato il momento di fare un salto avanti e voltare pagina perché una seconda possibilità la si dà a tutti, anche a gente come Armstrong“. Poco prima di questo episodio, Simeoni accusò pubblicamente Armstrong di frequentare il dottor Michele Ferrari.

Simeoni perdona quindi Lance Armstrong e accetta le sue scuse, anche se oltre all’episodio bruttissimo del Tour 2004 ve ne è anche un altro. Nel 2009, Simeoni veste la maglia di campione d’Italia, conquistata l’anno precedente: la sua squadra, la Ceramica Flaminia, attende l’invito al Giro d’Italia, che però non arriva. In quella stagione, Lance Armstrong esordisce al Giro d’Italia, prendendovi parte per la prima volta in carriera. Il comitato organizzatore ha quindi preferito non invitare Simeoni, nonostante avesse la maglia tricolore.

Oggi, sempre attraverso le colonne del quotidiano Il Giornale, è Ivan Basso che decide di rispondere a Lance Armstrong. L’americano ha infatti chiamato in causa il varesino affermando: “a Ivan viene offerto lavoro e viene chiamato in televisione nonostante abbia fatto cose non diverse da quelle che ho fatto io”. Il riferimento è al fatto che nel 2006, dopo aver vinto il Giro d’Italia, Ivan Basso finì nella rete dell’Operacion Puerto, che ha smascherato tutti i corridori che si facevano seguire dal dottor Fuentes, inibito. La squalifica di due anni, per Basso, fu resa ufficiale nel 2007, anno in cui – tra l’altro – passò dalla CSC alla Discovery Channel, l’ex squadra del texano. Basso è salito sul podio del Tour de France, alle spalle di Lance Armstrong, nel 2004 (terzo) e nel 2005 (secondo).

Image credit Getty Images Sport

Ivan Basso afferma: “Da parte mia posso solo dire che a Lance sono e sarò sempre grato, perché con me si è sempre comportato non solo bene, ma benissimo. Quando mia mamma Nives si ammalò di cancro, lui si fece in quattro per darci una mano. Stessa cosa quando il problema toccò a me nel 2015. Cosa posso dirle, con me è stato davvero generoso e disponibile. Io nel ciclismo ho fatto tante cose belle e meno belle. Nel 2006 sono stato coinvolto nell’Operacion Puerto, e per questo sono stato messo spalle al muro: ho confessato le mie colpe e ho pagato con due anni di squalifica. Dal paradiso sono finito all’inferno, adesso da oltre quindici anni lavoro con impegno nel mondo del ciclismo. Con Alberto Contador gestiamo una squadra di ragazzi, e nel mondo del ciclismo abbiamo tanti altri interessi. Ho letto l’intervista Filippo Simeoni: l’ho apprezzata molto. Ha detto cose giustissime. Quello era un ciclismo molto particolare, però Lance era una forza della natura, avrebbe vinto sempre e comunque. Pantani non amava Lance, ma Marco era il genio assoluto“.

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