La trevigiana Sorya Paladin sarà al via delle Olimpiadi di Tokyo.
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La conferma definitiva arriverà soltanto lunedì ma le indiscrezioni che ci ha fornito il commissario tecnico della nazionale femminile di ciclismo, Edoardo Salvoldi, danno ormai per certa l’atleta della Liv in maglia azzurra a Tokyo. “Mi ha sorpreso in modo positivo Soraya – racconta Salvoldi – al campionato italiano a cronometro che si è corso a Faenza venerdì.
Una medaglia d’argento alle spalle di Elisa Longo Borghini è un grande successo. E poi ha portato a termine un’ottima prova tricolore, raggiunta solo a sei chilometri dal traguardo e piazzatasi nella top ten. Soraya Paladin è una garanzia. su strada”. E’ ancora cauta prima di festeggiare la convocazione olimpica, Soraya Paladin. Ventottoanni, di Cimaldolmo, atleta in forza alla Liv , sta ben salda con i piedi per terra: “Certo, ci sono dei nomi che girano in nazionale. I nomi che si giocano il biglietto per Tokyo. Ma finché non leggo il nome scritto sulla convocazione preferisco non farmi illusioni. Il commissario tecnico è rimasto davvero contento per il mio secondo posto nel tricolore a cronometro.
Era il segnale definitivo che attendeva. Sono ritornata la scorsa settimana da un ritiro a Livigno, in occasione dei tricolori che sono stati davvero stancanti. La crono impegnativa a Faenza e poi giù in Puglia per la prova sia strada . Giovedì volo in Francia per La Course, la gara che in un certo senso apre il Tour de France maschile. E poi Giro d’Italia. E pii ancora speriamo il volo per Tokyo”. I nomi che girano per il quartetto per la prova su strada sono quello di Soraya Paladin, Elisa Longo Borghini, Marta Cavalli, l’eterna Tatiana Guderzo. Per la pista è un altro discorso. Tra le favorite c’è Letizia Paternoster. Come vivi questo sogno olimpico: “Come un sogno appunto. Quell’ok che hanno tutti gli atleti del mondo e anche chi non pratica sport – racconta Soraya Paladin -. Amo tutti gli sport. E le Olimpiadi sono sempre l’occasione per vedere anche degli sport poco conosciuti.
Anche se saranno Olimpiadi che non si potranno vivere a pieno. A causa del covid ci saranno restrizioni pesanti. Peccato perché amo il Giappone, mi affascina la cultura, la storia, il loro modo di vivere e mi faccio raccontare sempre il Giappone dalle atlete Giapponesi che incontro alle varie gare”. Una grande vetrina mediatica che Soraya potrà vivere solo in parte a causa appunto delle restrizioni. Se non fossi stata atleta di ciclismo, che sport avresti praticato: “Ho fatto diventare matti i miei genitori fin da piccola perché ho praticato un sacco di sport. Sono salita in bicicletta da G1 ma nel frattempo giocavo a pallavolo e poi per diversi anni ho giocato a basket, frequentavo i camp estivi della Ghirada. Pure a calcio ho giocato, a Salgareda, perché una mia compagna di ciclismo d’inverno giocava a calcio li.
E ancora nuoto. Insomma, non stavo mai ferma. In bicicletta ho trovato davvero la mia strada. E ho iniziato a fare seriamente attività da under. Il ciclismo però è l’ambiente più bello per me. Perché dopo la gara c’era il pic nic, si stava tutti insieme e ogni gara era corsa in un posto diverso. Posso dire di aver fatto davvero multidisciplina. A Tokyo ce la giocheremo con le olandesi. La Van Der Breggen ci darà del filo da torcere. Ma Elisa Longo Borghini potrà davvero andare a medaglia. Saranno 150 chilometri molto duri e impegnativi. La differenza la farà il caldo e l’afa”. Soraya Paladin sarà la prima atleta trevigiana di ciclismo su strada a partecipare alle Olimpiadi.
a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata