Anche il Giro d’Italia ha il suo dentista. Stefano Speroni, odontoiatria milanese, dal 2019 è al seguito della Corsa Rosa con il compito di assistere i corridori in merito a problematiche odontoiatriche nelle tre settimane del Giro d’Italia. Una storia che merita di essere raccontata e che nasce per il semplice amore verso il mondo della bicicletta. Inizialmente tanto calcio, uno sport praticato anche a buon livello tanto da arrivare a giocare anche nel Pavia in serie C, poi la caviglia cede e Speroni decide di investire nel suo lavoro. Laurea in odontoiatria, con specializzazione in chirurgia orale, studio ad Abbiategrasso e a Milano, professore a contratto e consulente scientifico presso l’Università Vita e Salute Ospedale San Raffale di Milano diretto dal Professor Enrico Gherlone.
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Com’è nata la tua collaborazione come dentista del Giro d’Italia?
“E’ nata per una scommessa. Una volta ho chiesto: ‘Ma nessuno ha mai mal di denti al Giro?’. Da lì ho presentato il mio progetto a Paolo Bellino e Mauro Vegni, che lo hanno accolto favorevolmente. Un progetto che consiste nel non avere una clinica mobile ma chiedendo appoggio ai miei colleghi in giro per l’Italia in base agli arrivi di tappa della Corsa Rosa. Da quattro anni a questa parte, una decina di problemi si sono presentati: ascessi, estrazioni o devitalizzazioni. Successivamente sono diventato dell’organizzazione medica diretta dal Professor Tredici che si chiama Sport-H, in cui fanno parte la famiglia del Professor Tredici, Massimo Branca e da quest’anno anche io. Dalla prossima stagione seguirò anche la Tirreno-Adriatico, il Giro Next Gen e il Giro Donne”.
Qual è l’aspetto più gratificante del tuo lavoro?
“Svolgere il mio lavoro nel bel mezzo del mio hobby principale che è la bicicletta. E’ un grande piacere collaborare con RCS Sport e Sport-H”.
E quello più complicato?
“Organizzare il mio lavoro a casa, e quindi “litigare” con le mie assistenti che mi vogliono in studio a lavorare in quelle tre settimane (ride, ndr)”.
Da dove nasce l’amore per il ciclismo?
“Mio nonno era un ciclista e io sentivo sempre i suoi racconti. Io invece ho sempre giocato a calcio, ma una volta salutato il pallone ho iniziato a giocare a tennis fino a quando sono stato operato per un’ernia al disco. A quel punto il mio osteopata mi ha consigliato di iniziare a pedalare e circa 15 anni fa è nata la mia passione per il ciclismo, come ripresa post operazione. Devo ammettere che da quando ho iniziato a pedalare non ho più avuto problemi alla schiena”.
Cosa significa per te il Giro d’Italia? Che esperienza è?
“Per me è coronare un sogno, faccio il mio lavoro e mi diverto. In quelle tre settimane, prima che inizi il briefing quotidiano di tutta la parte medica, faccio un’oretta e mezza di bici tutti i giorni e quindi pedalo sulle strade del grande ciclismo”.
Quali sono i problemi più frequenti in corsa?
“Ci sono dei problemi che i corridori si portano dietro da tempo e quindi al Giro poi li curo, vengo anche chiamato dai medici delle varie squadre per dei problemi come carie o mal di denti oppure seguo i traumi in seguito alle cadute”.
Dal 2019 ad oggi, c’è una tappa del Giro che ricordi in particolar modo?
“La frazione del Monte Lussari lo scorso anno con la vittoria di Primoz Roglic. E’ stata una tappa da pelle d’oca. Inoltre sono molto orgoglioso perché il Giro d’Italia nel 2021 è anche partito dalla mia città e quindi da Abbiategrasso”.
Nel tempo libero, pedali anche?
“Sì, faccio circa 8000 km all’anno. Appena riesco prendo la bici e pedalo”.
Quanto una buona e sana dentatura influisce sulla performance o sulla buona condizione fisica in uno sportivo?
“Può influire, infatti sarebbe bello sviluppare dei progetti che possano portare ad un’analisi approfondita della masticazione del corridore in modo tale da poterla migliorare attraverso apparecchiature specifiche e valutarne quindi eventuali benefici sulla performance”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata