Scusate lo sfogo ma è arrivato il momento ufficiale di arrabbiarsi nei confronti una categoria di “persone” che non sanno cosa sia la cultura sportiva e che si divertono a denigrare o peggio ancora insultare o minacciare atleti che stanno svolgendo il proprio lavoro. La frustrazione si svela tutta davanti ai commenti di pessimo gusto che vediamo quotidianamente sui social network, la valvola di sfogo di certi individui e vi vorremmo raccontare solo gli ultimi episodi, che hanno davvero oltrepassato i limiti.
Non c’è solo ciclismo ma altre discipline sportive, quali l’atletica leggera, che non meno di una settimana fa viveva l’importantissimo Mondiale disputato ad Eugene (Oregon, USA). Dopo l’exploit della spedizione olimpica italiana a Tokyo, dove grazie agli atleti aveva vinto ben cinque ori, in America le medaglie sono state due. Non sono riusciti a confermarsi Marcell Jacobs per infortunio e Gianmarco Tamberi (quarto nell’alto) e proprio il re olimpico dei 100 metri è stato particolarmente bersagliato da insulti e sospetti privi di fondamento scritti sulle pagine social. In particolare è stato Massimiliano Ambesi di Eurosport, uno dei più competenti commentatori sportivi italiani in diverse discipline (se non il migliore), a segnalare indignandosi quello che è capitato a Marcell: “Ok, meglio che si ritiri”, “Avevano ragione gli inglesi, si era dopato a Tokyo e adesso sparisce per non farsi beccare”. Questi sono solamente due esempi, magari scritti da chi non meno di 12 mesi fa osannava Jacobs a gran voce per gli ori nei 100 metri e nella 4×100.
L’ultimo episodio risale a ieri dopo la tappa del Tour de France femminile, quando dopo la caduta di massa che ha coinvolto numerose atlete (Emma Norsgaard si è dovuta ritirare per l’infortunio ad una spalla) e la pubblicazione del video sui vari social, sono spuntati commenti illeggibili e denigratori nei confronti delle ragazze in gara al Tour, come “Certi sport sono solo per uomini, che disastro” o “Quindi non solo sono incapaci di guidare l’auto, pure la bici” e non può mancare “Andassero a fare il sugo, manco annà in bici sò bone”. E ce ne sarebbero ancora altri. Ma a che vi serve sfogarvi così? Se non vi interessa uno sport, un cantante o un film, ignoratelo: basta con questi commenti che meriterebbero una denuncia per diffamazione, ve la siete cercata.
Dove è finita la cultura sportiva di cui noi italiani eravamo i numeri uno fino a diversi anni fa? Poi ci lamentiamo del fatto perché non esistono squadre World Tour, le corse storiche italiane stanno scomparendo oppure hanno una startlist di seconda-terza fascia, non ci sono sponsor che puntano a creare una grande formazione di primo piano, come spesso ha detto l’ex CT Davide Cassani, che su questo sta puntando molto ma la fatica per realizzare il suo progetto è davvero estenuante. Senza dimenticare il totale disinteresse da parte dei media nel nostro Paese, che non si degnano nemmeno di scrivere un articolo o una pagina dedicata a gare come il Giro Donne (ignorato al 100% dai principali quotidiani sportivi italiani) o il Tour femminile. Siamo diventati l’esatto opposto di come eravamo prima, guardate ad esempio come è stato accolto a Copenhagen Jonas Vingegaard al ritorno dalla vittoria della Classifica Generale al Tour de France. Vi credete che in Italia si possa fare lo stesso se un nostro connazionale dovesse arrivare a tanto? Non credo proprio, siamo diventati un pubblico di pallonari e solo per il calcio faremmo una cosa simile.
La macchina che muove la corsa a tappe francese femminile è la stessa di quello maschile, un prodotto destinato a dominare negli anni per qualità organizzativa, marketing e grande seguito. I francesi affollano le strade ad applaudire le atlete che, stanno vivendo giorni magici ma ad alta tensione, e spesso le cadute sono causa dello stress accumulato. Il livello di concentrazione e di fatica psicologica è molto più alto rispetto alle altre corse, quindi le ragazze vanno chiaramente giustificate.
Il Tour de France Femmes è poco seguito in tv perché non viene trasmesso da Mamma Rai? Se ancora non lo sapete c’è un gruppo editoriale che sta realizzando un servizio di ottimo livello, e che si chiama Discovery Plus: i canali di Eurosport si possono vedere tramite abbonamento a Sky, DAZN oppure sottoscrivendovi a una delle opzioni come GCN, Eurosport Player e Discovery+. Potete scegliere i mesi in cui abbonarvi oppure una opzione valida dodici mesi ad un prezzo bassissimo per la qualità offerta. Fabio Panchetti ed Ilenia Lazzaro commentano quotidianamente tutte le tappe per circa tre ore al giorno con ospiti durante la diretta e nel successivo programma Tour 360 che va in onda su Facebook e che è condotto da Ilenia Lazzaro e Giulia Cicchinè. Dunque, è gratis. Inviati sul posto come Laura Meseguer e Manon Lloyd, o in moto come la ex campionessa olandese Iris Slappendel, ci svelano il dietro le quinte della più importante corsa a tappe femminile. E con Discovery Plus potete seguire tutti gli sport in diretta, senza pubblicità, e commentati dai migliori telecronisti sportivi italiani, da Dario Puppo ad Andrea Campagna, da Gianmario Bonzi a Silvano Gadin, fino ai “nostri” grandi del ciclismo Luca Gregorio, Fabio Panchetti ed Ilenia Lazzaro con le storiche spalle tecniche Riccardo Magrini, Wladimir Belli, Marco Cannone e la “new entry” Moreno Moser.
Il ciclismo non è uno sport maschile, anche le donne lo svolgono e molto spesso sono corse divertenti da vedere in tv. Non ignoratelo e rispettate gli atleti che stanno svolgendo il loro lavoro e vogliono regalare una emozione a loro ed ai tifosi appassionati. La cultura sportiva è anche questa e l’abbiamo persa.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata