Dopo soli cinque giorni di Tour, il Piccolo Principe di Slovenia ha già alzato la voce. Prestazione spettacolare e meravigliosa, che va a contraddistinguere ancor più quanto di buono ci ha fatto vedere anche nel 2021. Oramai non è più una sorpresa, ma una realtà: il presente ed il futuro del ciclismo mondiale passano dalla Slovenia.
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Ma c’è anche da dire una cosa: il Tour finisce a Parigi, logicamente. In molti, dal termine della cronometro odierna a Laval, stanno già pensando che Tadej Pogacar possa dominare la Grande Boucle dopo aver vinto la passata edizione al penultimo giorno alla Planche des Belles Filles dopo quella incredibile cronoscalata sfidando il connazionale Primoz Roglic. L’ex saltatore con gli sci sembrava inattaccabile, a differenza di ora causa la caduta di due giorni fa. Ma tutto può ancora accadere, mancano almeno quindici tappe prima dei Campi Elisi. Sulle Alpi e sui Pirenei, passando due volte anche dal Mont Ventoux, tutto può succedere e non bisogna dare niente per scontato. Cito una frase che l’amico Riccardo Magrini dice spesso durante la diretta su Eurosport: “Ci vuole della calma”: nulla di più corretto.
Da chi ci dovevamo aspettare risposte oggi nella cronometro, in particolare dallo stesso Roglic e Geraint Thomas, potremmo dire che lo sloveno non è crollato e nelle prossime tappe di montagna potrebbe dire lui la sua. Idem per Thomas e Carapaz, entrambi hanno da recuperare quasi due minuti su Pogacar. Forse l’ecuadoriano, non essendo mai stato coinvolto in cadute in questi primi cinque giorni, potrebbe essere indicato come il capitano della Ineos-Grenadiers, dato che Richie Porte, con 3’58” di distacco dalla Maglia Gialla, è ormai lontano.
Le incognite? Di sicuro Van Aert e Alaphilippe saranno sicuri protagonisti sui terreni che gli competono, per Van der Poel c’è da vedere fino a dove regge e se il potere della Maglia Gialla lo coinvolgerà in prima persona. Poi Uran, uscito ottimamente dal Giro della Svizzera, ha sicuramente qualche colpo in canna da sparare presto.
In ogni caso, ci aspetta un Tour da seguire fino all’ultimo centimetro, con colpi di scena possibili ogni giorno. Quello che bisogna augurarci, è che questi avvengano grazie allo spettacolo che i corridori e la strada ci offriranno giorno per giorno, senza gli imprevisti drammatici che abbiamo visto nei primi giorni.
Vive le Tour!
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata