E’ stata la giornata “gravel” al Tour de France femminile, su 12.3 km di strade sterrate in mezzo ai vigneti dello Champagne. Ci ha ricordato sia la Strade Bianche che la Parigi – Roubaix ma con alcune differenze rilevanti che andiamo ad analizzare nelle prossime righe nel dettaglio.
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Più simile ad un tracciato da “Inferno del Nord” o come la corsa toscana? Prima di tutto, siamo in una gara a tappe e non in una Classica in linea, ed è già molto diverso. Inoltre i quattro settori di “Chemin Blanc” erano di lunghezza medio-alta, seppure più brevi rispetto a quelli che si affrontano nelle Crete Senesi durante manifestazioni di fama mondiale quali la già citata Strade Bianche o la mitica Eroica. In comune hanno il fatto che nessuno di essi era pianeggiante, anzi le pendenze in salita e discesa raggiungevano la doppia cifra. Ed inoltre gli sterrati di Francia erano più adatti a una MTB leggera o ad una gravel piuttosto che ad una bici da corsa, data la presenza di numerosi sassi anche appuntiti lungo tutti i 12.3 km affrontati su terreno non asfaltato. E proprio questo ha causato, oltre alla selezione naturale, numerose forature: a farne maggiormente le spese è stata Mavi Garcia (UAE-ADQ Team), fermata da due incidenti meccanici e da una caduta causata dal contatto con la sua stessa ammiraglia. La Campionessa di Spagna, terza al Giro Donne, ha perso circa un minuto e mezzo dal gruppo della Maglia Gialla Marianne Vos, che vivrà anche domani un nuovo giorno davanti a tutte le atlete nella Classifica Generale ma con in agguato tutte le avversarie a cominciare da Silvia Persico, 2° a 16” a pari merito con Katarzyna Niewiadoma.
Tra le altre atlete di rilievo vittime di forature abbiamo anche Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), la Maglia Bianca di miglior giovane Julie De Wilde (Plantur-Pura) e la vincitrice di ieri ad Epernay Cecilie Uttrup Ludwig. Se nei giorni scorsi Elisa Balsamo è stata preziosa sulle Cote nelle vesti di gregaria per l’atleta di Ornavasso, oggi lo è stata altrettanto ad esempio al momento della foratura della compagna di squadra, alla quale ha dato la sua bicicletta. E come ha poi detto la stessa Longo Borghini a fine tappa: ”Non è da tutti essere aiutati così bene dalla Campionessa del Mondo”. Ed ha perfettamente ragione, da applausi veri.
Nonostante le difficoltà numerose nella tappa, le grandi favorite non si sono date particolarmente battaglia, anzi si è dato spazio ad atlete attaccanti, come Alena Amialiusik, vincitrice del premio combattività ieri) e a Marlen Reusser, svizzera della SD Worx. L’impresa dell’elvetica, campionessa europea a cronometro, è sicuramente una di quelle che ci si ricorderà a lungo in casa del Team olandese, che è qui al Tour per puntare alla generale con Demi Vollering ed Ashleigh Moolman-Pasio. Elegante in bici, potente e concreta nella sua azione d’attacco, ha meritato in pieno la vittoria di tappa.
Un premio ed una citazione va al pubblico francese: non ricordiamo negli anni così tanta gente accorsa ad assistere ad una gara di ciclismo femminile. Il fatto di essere una tappa attesa da molti per il percorso sterrato è stato un motivo importante per la grande affluenza di spettatori, ma abbiamo visto già anche nelle scorse frazioni quanto entusiasmo abbia il pubblico transalpino nei confronti delle ragazze in corsa. A loro diciamo “chapeau”!
⛰ The peloton in the Côte du Val des Clos. 😍
⛰ Le peloton dans la Côte du Val des Clos. 😍 #TDFF #WatchTheFemmes pic.twitter.com/qB2Lh8Is1Y— Le Tour de France Femmes avec Zwift (@LeTourFemmes) July 27, 2022
Domani si corre una tappa dal chilometraggio record, i 175 km da Bar-le-Duc a Saint-Dié-des-Vosges hanno un profilo non impegnativo, ma la lunghezza infinita di questa frazione si sentirà nelle gambe delle atlete. In gare a tappe europee forse solamente il Giro Donne 2020 si è avvicinata a questi numeri quando si affrontò la Assisi-Tivoli sulla distanza di 165 km quando vinse la britannica Elizabeth Banks dell’Equipe Paule Ka. Anche la giornata di domani è molto attesa e ci si aspetta una bella lotta tra le big del Tour de France Femmes Avec Zwift.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata