Ivan Basso ha posto fine alla carriera tra i professionisti.
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Il varesino ha dato l’annuncio nel corso della presentazione del Giro d’Italia 2016, tuttavia la notizia era nell’aria da qualche mese, specialmente dopo l’operazione per rimuovere il tumore ai testicoli che lo aveva colpito. Indubbiamente uno dei corridori più rappresentativi nella storia recente del nostro movimento, Basso ha voluto esporre le sue considerazioni in un editoriale, pubblicato da La Provincia di Varese.
“Nella vita c’è un momento in cui ‘bisogna farlo ora’: prima che si spengano le luci, prima che non ci si veda più, prima di rischiare di cadere per terra e farsi male o fare la figura del cretino davanti a tutti – scrive – Bisogna essere bravi a capire quando quel momento arriva e alzarsi: o, nel mio caso, scendere. Quel momento è arrivato, e io scendo qui. I segnali erano lì da un po’: prima timidi, poi sempre più insistenti. Impossibili da ignorare anche per uno come me, talmente innamorato del suo lavoro da cancellare dalla mente lo spettro del giorno in cui dire basta. Il punto è che un ciclista dev’essere una macchina perfetta: nelle gambe, ma anche e soprattutto nella testa. Non può permettersi di pensare, non può concedersi il lusso di staccare il cervello”.
Nonostante la difficile scelta, Basso appare sereno e conscio di non poter “chiedere nulla di più” di quanto ha ricevuto dalla carriera. Davanti a sé ha la possibilità di trascorrere del tempo con i quattro figli ai quale vuole dedicare tutto ciò che aveva “riservato alla bicicletta”. Ancora una volta, concludendo il suo editoriale, il varesino ha voluto confermare che non abbandonerà il mondo delle due ruote, e continuerà ad esserci con un ruolo diverso.
Fonte SpazioCiclismo
Luca Pellegrini