Training Camp Spagna Costa Blanca
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Arrivo in salita e poche scuse. Dopo una prima frazione di montagna annacquata, il Tour de France 2018 si appresta a vivere un’altra giornata sulle Alpi, la seconda consecutiva in un trittico che domani vedrà protagonista assoluta l’Alpe d’Huez. Nei 108 chilometri odierni tra Albertville e La Rosiere, però, non mancherà lo spazio per attaccare.
I primissimi chilometri, in salita, dovrebbero favorire la formazione di una fuga composta da uomini forti quando la strada sale. Da lì, poi, breve tratto in pianura per raggiungere il primo Gpm di giornata, il Monte de Bisanne, 12 chilometri oltre l’8% di pendenza media. Dalla vetta, al chilometro 26, altri 17 di discesa prima di affrontare in rapida successione il Col du Pré, 12 chilometri al 7,7%, e la Corte de Roseland, 5,7 chilometri al 6%. Dalla vetta della terza salita di giornata una ventina di chilometri in discesa per attaccare i 17 chilometri al 5,8% della Rosiere. Una salita pedalabile, certo, che però al termine di una doppietta come quella affrontata tra ieri ed oggi potrebbe anche creare distacchi.
Dopo quanto visto ieri, fari puntati sulla Movistar. Con un Nairo Quintana costretto a rimontare, ogni giornata trascorsa senza provare a mettere in difficoltà la Sky e Chris Froome potrebbe essere un’occasione preziosa persa, considerando due compagni come Landa e Valverde. Il britannico, dal canto suo, per ora non mostra cenni di cedimento, al pari di una squadra che ha dominato la frazione di ieri. Da non sottovalutare le potenzialità di un Vincenzo Nibali per ora molto attento, così come un Tom Dumoulin che senza strafare è sempre rimasto con i migliori. Per il successo di tappa, in caso di trenino Sky, è facile immaginare che possano giocarsi la vittoria ancora i fuggitivi, compresi i pretendenti alla maglia a pois.
Vedremo attacchi da lontano? Probabilmente no, ma l’occasione almeno per testarsi è ghiotta alla vigilia di una delle frazioni più attese dell’intero Tour. E se questa volta la tempesta arrivasse prima del previsto?
a cura di Gianluca Santo –iNBiCi magazine