La dodicesima tappa del Tour de France 2020, da Chauvigny a Sarran, sarà la più lunga dell’edizione numero 107 con i suoi 218 chilometri ufficiali, che la rendono l’unica frazione oltre la soglia dei 200 chilometri. Percorso mosso, che strizza l’occhio alla fuga anche considerando che poche squadre in gruppo potrebbero tenere chiusa la corsa.
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Il percorso
Prima ora insidiosa, nonostante sia quasi interamente pianeggiante, a causa dello sprint intermedio posto a Le Dorat, dopo 51 chilometri di corsa. Le squadre di Peter Sagan e Sam Bennett, in forza a Bora-hansgrohe e Deceuninck-QuickStep e in lotta per la maglia verde, potrebbero tenere cucita la corsa per consentire ai due sprinter di conquistare il massimo bottino di punti.
Da quel momento in poi, di fatto, il percorso diventa un lunghissimo mangia e bevi, privo di vera pianura nonostante i Gpm siano solo 4. Il primo è la Côte de Saint-Martin-Terressus al chilometro 104. 1500 metri con una pendenza media dell’8,8%. Segue, dopo 17 chilometri, la Côte d’Eybouleouf (2,8 km, 5,2% di pendenza media) ad inasprire una fase centrale di corsa non scontata. La terza ascesa di giornata è la Côte de la Croix du Pey, più lunga (5 km) ma sempre insidiosa con una prima parte molto dura che poi spiana a determinare una pendenza media del 6%.
Attenzione ai meno 29 al Suc au May, un’ascesa di seconda categoria da 3,8 chilometri al 7,7%, che però nella prima metà tende a rimanere in doppia cifra di pendenza. Dalla vetta, valida per i soliti abbuoni in tempo, una discesa piuttosto lunga che porta agli ultimi 10 chilometri. Qui un paio di salitelle, con gli ultimi 5 chilometri che tendono quasi esclusivamente verso l’alto a rendere molto difficile l’interpretazione del finale.
L’altimetria
I favoriti
Il percorso, per come è strutturato, favorisce l’idea di una fuga a lunga gittata. Molto dipenderà dalla formazione della stessa, ma con le squadre dei big che non sembrano avere necessità di tenere cucita la corsa e i velocisti che non dovrebbero essere della partita il gruppo potrebbe concedere spazio.
Terreno ideale per un Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) ormai fuori classifica, che potrebbe tanto provare la fuga quanto regolare il gruppo in caso di arrivo ristretto. Potrebbe fare la tappa anche un corridore come Peter Sagan (Bora-hansgrohe), anche per rimediare al declassamento subito nella giornata di ieri. Tra gli altri, molto interessanti i nomi di corridori come Greg Van Avermaet (CCC), Marc Hirschi (Sunweb) o Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), senza dimenticare un Matteo Trentin, compagno di Van Avermaet, che potrebbe provare tanto a vincere la tappa quanto a rientrare in corsa per la maglia verde.
Tra i big della generale non dovrebbero esserci distacchi, ma attenzione: una tappa tirata potrebbe anche mietere vittime importanti.